1. lettera
I.M.I.D. (Iesus, Maria, Ioseph,
Dominicus)
Catanzaro, 27 dicembre 1936
Preg.ma Teresina,
… Ti ringrazio pure delle
preghiere che hai fatte per me e ti raccomando di continuare a pregare perché,
quanto grande è la dignità sacerdotale, altrettanto grandi sono i doveri che
essa impone; oltre che straordinariamente grandi sono gli sforzi che fa il
demonio per perdere i ministri del Signore….Avere sete di perfezione è
certamente un bene, giacché nostro Signore chiamò beati quelli che hanno fame e
sete della giustizia, ossia della santità. Bisogna che tu offra spesso a Gesù
la tua sete, pregandolo che voglia estinguerla conformemente alla sua promessa,
avendo Egli detto che quelli che hanno fame e sete della giustizia saranno
saziati. Nello stesso tempo lavora per condurre anime a Dio…
2. lettera
I.M.I.D.
Catanzaro, 10 giugno 1938
Preg.ma Teresina,
… quando esco dal confessionale
dopo le dieci, mi sento rimbambito; poi vado a passeggio e mi rassereno in modo
di poter fare la scuola. Dopo pranzo torno a rimbambire e mi rimetto discretamente
con un'altra passeggiata. Se non avessi fatto così, forse sarei già morto….
3. lettera
I.M.I.D.
Catanzaro, 6 marzo 1939
Preg.ma Teresina,
… quello che ci fa santi non è la comodità di far bene le
nostre cose, ma la buona volontà di farle
in quelle circostanze in cui Egli stesso ci pone. Neppure la solitudine è
necessaria per santificarsi, perché ognuno riceve le grazie sufficienti per
santificarsi nel proprio stato nelle condizioni e circostanze proprie. La
solitudine potrebbe essere piuttosto un riposo per lo spirito, ma non è una
necessità per tutti. Stai dunque tranquilla e strappa giorno per giorno quello
che puoi senza preoccuparti di nulla, senza perdere la calma di spirito. Prendi
tutto ciò dalle mani di Dio, perché questo è il mezzo più sbrigativo per
arrivare presto alla perfezione. Non considerare le contrarietà come
provenienti dalle creature, ma accettale come disposte da Dio per santificarti,
comprese anche quelle che apparentemente sembrano di ostacolo alla tua
santificazione. Non ti sgomentino le tenebre, perché è proprio quando più lo
spirito è torturato che più guadagna. Se tu avessi consolazioni spirituali,
andresti avanti con più gioia, ma con minore merito. Saresti come quel bambino
che obbedisce alla mamma, non per amore di lei, ma per amore dei dolci, che lei
gli dà. Pensa, dunque, che non ti trovi sotto l'ira di Dio, ma nel tempo di
mietitura. Si capisce che il mietere sotto la sferza del sole è doloroso, ma è
poi una grande gioia vedere i granai pieni di grano. Non devi pretendere di
sentire l'amore di Dio in modo sensibile, devi contentarti di sapere che sei
tutta sua e che sei pronta a morire per Lui. …Per le spose di Gesù,
d'ordinario, non diminuiscono le pene, ma crescono, qualche volta fino ad una
vera e propria crocifissione, se non fisica, almeno morale. Del resto sarebbe
un controsenso che lo sposo volesse per sé la croce e la sposa cercasse le
delizie spirituali. Lavora dunque per la famiglia, vedendo nei membri della
famiglia Gesù Cristo e guadagnerai tanto! Non fare riflessioni per vedere da
che dipende che ti trovi sempre la stessa, sia perché tu non puoi giudicare
ciò, sia perché sarebbe sempre un guadagno se almeno non sei peggiorata. Tanto
più poi devi evitare di crederti in peccato e di fare sacrilegi. Questo è lavoro
del diavolo. Se il demonio ti torna a suggerire che non ti ha giovato l'aver
lasciato tutto per Gesù, tu rispondigli che sei contenta di aver trovato pene e
guai, perché sono questi i mezzi per avere in eterno il gaudio di Gesù. Della
mia salute che dirti? Sono nelle mani di Dio, faccia Egli quello che crede
meglio per me e per le anime! Continua a pregare con la fiducia di essere
esaudita per i meriti di Gesù e di Maria, ma specialmente prega per il mio
povero spirito, che ha anch'esso le sue tremende torture. Purché sia tutto ciò
a gloria del Signore e al bene delle anime non mi importa di soffrire anche
questo....
4. lettera
I.M.I.D.
Catanzaro, 12 ottobre 1941
Preg.ma Teresina,
lodo, benedico e ringrazio il
Signore, per averti concesso la grazia di mettere in esecuzione il mio
consiglio. Te ne troverai contenta per l'avvenire e forse il Signore te ne
premierà, dandoti per l'avvenire maggior fervore di spirito.
Quanto alle angustie di spirito
che avverti, debbo dirti che sono un buon segno, perché il Signore ci mette
nelle angustie, per farci crescere nella perfezione. Non te ne preoccupare, ma
ascolta la voce di Gesù, che dice: “Chi mi vuol seguire, prenda ogni giorno la propria croce e mi
segua”. Abbraccia generosamente la croce, sia essa materiale o spirituale, e
cammina dietro il Maestro Divino. Sarebbe sconveniente che il Maestro portasse
la croce e noi discepoli l'accompagnassimo senza croce. Non è vero poi che le
anime buone non sentono i dolori della vita. Se non li sentissero, non ne
avrebbero nessun merito. L'intimità che hanno con Gesù le rende più generose
nel soffrire, ma non insensibili. Noi dunque dobbiamo aspirare a soffrire con
sempre maggior generosità e purità di intenzione, ma non possiamo pretendere di
soffrire senza sentire la sofferenza. Adattiamoci a sostenere specialmente le
sofferenze di spirito, perché sono più preziose innanzi a Dio e più utili per
la nostra santificazione. E’ a colpi di tribolazione che si fabbrica la
perfezione! Sia fatta in tutto la volontà di Dio e verrà un giorno in cui le
tenebre si cambieranno in luce, le lacrime in sorrisi, le pene in godimenti
eterni. Quando ti senti soffrire, unisci le tue sofferenze a quelle di Gesù,
per renderle meritorie e poi offri all'Eterno Padre per il tuo apostolato e
specialmente per la santificazione dei sacerdoti. Vorrei che tutte le anime
offrissero le proprie pene per i sacerdoti, perché, santificati i sacerdoti,
tutto diventa santo; senza di essi, ordinariamente, nulla si santifica. Prega
per me, che porto e debbo portare croci molto grandi ed ho bisogno di molti
aiuti…
5. lettera
I.M.I.D.
Catanzaro, 30 aprile 1943
Preg.ma Teresina,
vi ringrazio cordialmente degli
auguri e molto più del tesoretto spirituale, che tu, le tue giovani e le aspiranti avete voluto offrire a
Gesù risorto, affinché portino sopra di me una pioggia abbondante di grazia.
Non mancherò di pregare anche io Gesù, affinché si degni di mandare sopra di
voi una simile pioggia. Devi ormai acquietarti su quanto mi scrivesti, perché
il mare in tempesta non lascia ben vedere il suo fondo e c’è pericolo di
prendere una cosa per un'altra. Nella calma, invece, le cose si vedono chiare e
non ci può essere abbaglio. Comprendo anche io che sarebbe stato più bello e
più nobile agire solo per la ricompensa di Dio, senza fini di ordine materiale,
ma ora che il fatto è successo, non bisogna fare altro che umiliarsi,
riconoscendo la propria miseria e detestandola. Nello stesso tempo, però,
bisogna rimanersene in pace, confidando nella divina bontà. La tristezza non è
affatto buona, perché può darsi che provenga più dall'amor proprio, che non
voleva questa caduta per dignità di spirito, anziché dall'amore di Dio offeso.
Il pentimento non porta tristezza e malinconia, ma una detestazione pacata e
piena di fiducia in Dio. Godo che riguardo al resto vai meglio. Sapevo già
dell'istituzione della Casa della Carità e me ne ero rallegrato, come me ne
rallegro. La carità fa miracoli, fa fiorire tutte le altre opere.
Dal modo come ho scritto puoi
accorgerti che ho scritto sulle ginocchia, stando a letto, ove mi trovo da un
mese e due giorni a causa di una sciatica. Oggi mi sento un po' meglio ma ho
alti e bassi. Il Signore faccia quello che meglio crede!
Tante benedizioni. Dev.mo in G. Cristo. Sac. Francesco Caruso
Nessun commento:
Posta un commento