I.M.I.D
Innanzi a Voi, mio Dio, Uno e
Trino, e al cospetto di Maria Santissima, di San Giuseppe, dell'Angelo mio
custode e di tutta la Corte Celeste, intendo fare i voti di povertà, castità e
obbedienza, obbligandomi ad osservarli sotto pena di peccato veniale.
Intendo, però, che il voto di
povertà abbia per oggetto il non fare d'ora in poi le spese superflue (non tenere per mio uso più di una muta
di abiti e di calzature in buono stato e un'altra molto usata; non più di sei
capi di biancheria, eccetto per i fazzoletti; di non fare per me riserve di
denaro e di contentarmi dei cibi che mi si danno, eccettuati quelli nocivi per
me).
Intendo che il voto di castità
sia unico con quello inerente al mio ordine sacro e che abbia per oggetto di
non fermare il pensiero con piena deliberazione su ciò che riguarda
direttamente le cose contrarie a tale virtù, neppure per esaminarmi. Rimangono
esclusi i fatti di cui ho parlato al confessore.
Voglio che il voto di
obbedienza abbia per oggetto l'esecuzione dei comandi e dei consigli dei miei
direttori spirituali, che mi si danno da oggi in poi. Quando vi è diversità di
pareri, seguirò l'opinione più favorevole per me.
Voglio, o mio Dio, che i miei
voti restino a piena discrezione dei miei confessori pro tempore, che io
considero quali vostri rappresentanti. Li unisco alle mie povere sofferenze,
avvalorate dalle vostre, o Gesù, e vi prego di benedirli e farli fruttare per
la vostra gloria, per la mia santificazione e per le anime, specialmente per
quelle sacerdotali. Così sia.
Catanzaro, 3 marzo 1941
Sac.
Francesco Caruso
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