Il 5 maggio 2020, il Santo Padre Francesco ha
ricevuto in Udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo
Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza,
il Sommo Pontefice ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare il
Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Caruso, Sacerdote diocesano;
nato a Gasperina (Italia) il 7 dicembre 1879 e ivi morto il 18 ottobre 1951;
Il Servo di Dio Francesco Caruso nacque il
7 dicembre 1879 a Gasperina (Italia), in una famiglia molto religiosa. Dopo gli
studi elementari, desiderava entrare in Seminario ma, a causa delle condizioni
economiche molto precarie della famiglia, non poté realizzare la sua
aspirazione. Per aiutare la famiglia lavorò nei campi e, dal 1898 al 1900, come
volontario prestò il servizio militare, terminato il quale chiese di entrare
nel Seminario diocesano di Squillace. I Superiori rifiutarono la sua domanda,
ritenendolo non idoneo ad affrontare gli studi teologici, a causa della carenza
degli studi preparatori. Il Servo di Dio bussò allora al Seminario di
Catanzaro, dove fu accolto. Venne ordinato sacerdote il 18 aprile 1908. L’anno
successivo fu nominato parroco di Sellia Superiore, dove si dedicò
all’evangelizzazione e alla cura della popolazione rurale. Nel 1912, venne
scelto come Rettore del Seminario diocesano di Catanzaro. S’impegnò con tutte
le sue energie alla formazione dei seminaristi: come guida del Seminario,
condivise la sua vita di educatore con i giovani aspiranti al sacerdozio, puntò
sulle scuole interne e su un’intensa formazione interiore. Nel 1916 venne
nominato anche curato e poi parroco della piccola parrocchia di San Nicola
Coracitano. Nel 1919 ricevette la nomina di Direttore Spirituale del medesimo
Seminario. Nel 1923 dovette rinunciare alla parrocchia per motivi di salute e,
nello stesso anno, fu nominato Canonico Penitenziere della Cattedrale di
Catanzaro, dove esercitò il ministero di confessore fino alla fine della sua
vita.
Il 21 novembre 1923, istituì a Catanzaro il Terzo
Ordine Domenicano, per l’evangelizzazione e la formazione dei fedeli laici e,
nel, 1928, lo istituì anche a Gasperina. Dal 1943, a causa del bombardamento
avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, il Servo di Dio fu ospitato
nell’Istituto delle Ancelle del Buon Pastore, dove svolse – insieme al
ministero di confessore nella chiesa cattedrale – il compito di Direttore
Spirituale delle suore. Nel 1944 diede inizio a Bellavista di Catanzaro
all’attività di accoglienza di quindici disabili e orfani, con l’apertura nel
1949 della “Casa dei Sacri Cuori”.
Il 2 settembre 1949 il Servo di Dio si ritirò a
Gasperina per motivi di salute e fu ospite a casa del fratello. A causa di una
emorragia celebrare morì a Gasperina il 18 ottobre 1951, all’età di 72 anni.
Il Servo di Dio fu animato da una fede eroica,
luminosa e appassionata. In lui c’era la vita interiore intensa, la scienza nel
campo dello spirito e nella direzione delle anime, la santità e nessuna
mediocrità. Visse il ministero sacerdotale con fedeltà e disponibilità alle
esigenze della diocesi, in un periodo storico segnato dai due conflitti
mondiali. La sua comunione con Cristo era nutrita di costante preghiera e di
generoso impegno ascetico. Nel quotidiano era guidato dal motto “Soltanto Dio e
le anime”. Si offrì vittima per il bene della Chiesa e la salvezza delle
persone. La sua vita interiore fu caratterizzata dalla sofferenza, forse
accentuata dalla sua inclinazione allo scrupolo. Donò questo travaglio al
Signore con serenità.
Pose la sua eroica speranza in Dio. Da Rettore
infondeva coraggio e stimolava tutti a cercare Dio nella propria vita. Si
affidava totalmente a Lui, credeva nella Sua Provvidenza e in Dio poneva tutte
le sue preoccupazioni.
Generazioni di seminaristi crebbero sotto la sua
saggia guida. L’impegno formativo del Seminario non lo distolse dalla direzione
spirituale dei laici, in particolare dei giovani. Il confessionale, dove spesso
rimaneva a disposizione dei fedeli per intere giornate, divenne il luogo in cui
formava coscienze cristiane, non solo di sacerdoti e consacrati, ma anche di
molti laici. Grazie all’apprezzamento che aveva suscitato in questo ambito
venne nominato canonico penitenziere della cattedrale.
Eroico fu anche il suo esercizio della virtù
della carità verso Dio e il prossimo. Le sue attenzioni si rivolgevano a coloro
che soffrivano nel corpo e nell’animo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si
impegnò a portare sollievo e aiuto alle persone sfollate e accolse in
parrocchia gli orfani e le famiglie bisognose.
La
sua vita sacerdotale e il suo instancabile apostolato rappresentano l’intreccio
di eroica carità verso Dio e verso il prossimo.