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martedì 22 maggio 2012

20. LETTERE A CALIO' SERAFINA



 A. LETTERE ALLA CONSACRATA TERZIARIA DOMENICANA SERAFINA CALIÒ (Doc. 32 di Fondo Caruso)
soprattutto di natura spirituale

1. lettera
I.M.I.
S. Elia, 7 settembre 1925
La terziaria domenicana Serafina Caliò
Benedetta in G. C. (signorina Serafina Caliò),
non dovete per nulla preoccuparvi dello stato di spirito in cui vi trovate attualmente; dovete anzi rallegrarvi che il Signore vi fa passare per il crogiuolo di questa tribolazione, considerando ch’Egli, d'ordinario, fa sempre così con le anime, che vuol condurre alla perfezione. La stessa anima angelica di San Francesco di Sales fu tribolata per parecchi mesi dal pensiero di essere in stato di dannazione e tal pensiero era così forte che lo fece cadere gravemente ammalato. Intanto ciò non era altro che un mezzo, di cui si serviva il Signore, per farlo diventare quel grande direttore di anime, che poi diventò. Voi perciò dovete persuadervi che le vostre attuali tribolazioni non significano che vi trovate male, ma significano invece che il Signore vi prepara a fare del bene per l'avvenire. Quando uno scultore vuole fare una statua da un blocco di marmo, non può farla senza percuoterla a colpi di mazza, di martello e scalpello; perciò ora il Signore vi percuote a colpi di tentazioni, di dubbi e di altre tribolazioni spirituali, se non altro, permettendo tutto ciò, perché vuol fare di voi una bella statua da collocare nel paradiso.
Vi raccomando caldamente di non mettervi mai a riflettere né sulle tentazioni, né suoi dubbi che vi vengono, perché, se vi mettete a riflettere, aprite la via al demonio, per potervi turbare; se voi invece vi mettete a pensare ad altro, il demonio non può turbarvi. Non dovete neanche cercare spiegazioni, ma semplicemente disprezzare simili sciocchezze, riposando tranquilla sulla mia coscienza, avendo io comandato di non riflettervi. Potete forse dubitare che io voglio la salvezza dell'anima vostra? E se io sapessi che vi trovaste male in coscienza, avrei mai il coraggio di dirvi di stare tranquilla? Credete forse che io m'inganni nel giudicarvi? Io, per grazia della bontà del Signore, sono sicuro moralmente che non m'inganno. Del resto, anche se io involontariamente m’ingannassi, voi potreste stare tranquillissima e potrei stare tranquillo pure io, perché il Signore non ci condanna per quelle cose, che noi involontariamente ignoriamo. Il Signore si contenta della buona volontà. Se voi aveste commesso dei sacrilegi, non sentireste timore di commetterne altri; perciò lo stesso timore, che avete, vi deve rendere certa che le vostre comunioni sono buone. Continuate dunque a comunicarvi e, se i dubbi continueranno ad affacciarsi alla vostra mente, da una parte disprezzateli per obbedienza e dall'altra parte offriteli al Signore, affinché Egli ne ricavi il maggior bene possibile per la sua gloria, per l'anima vostra e per le anime dei prossimi. Ricordatevi che voi non dovete cercare di spiegarvi meglio di come vi siete spiegata, perché sarebbe una nuova fonte di dubbi; obbedirete ciecamente e ciò basta per farvi santa.
Grazie delle preghiere, che avete fatto per me: continuate a pregare secondo le mie intenzioni. Io prego pure per voi. Tanti saluti alla Giordano e a Caterina. Benedizioni a tutte.
                                                                           Vostro  dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. Francesco Caruso

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2. lettera
I.M.I.
Gasperina, 10 agosto 1927
Serafina Caliò e Laura Colicchia

Benedetta in G. C.,
La mia salute, grazie al Signore, è discreta. Mi dispiace da una parte per le vostre sofferenze, ma mi rallegro dall'altra, considerando che quanto più giungeranno le spine di Gesù sul nostro capo, tanto più rassomiglierete a Lui e sarete sicura di essergli accetta. Vi dico anzi che dobbiamo far festa (soffrendo anche io tutti i giorni o quasi la mia corona di spine sul capo) di essere così ascritti nel numero delle anime predilette di Gesù. Beato chi ama Gesù ed ha la fortuna di soffrire per Lui, se non allegramente, almeno con rassegnazione!... Ricordatevi che apparteniamo alle anime vittime e, perciò, dobbiamo ringraziare Gesù se, -vedendo Egli che da per noi non faremmo nulla- , ci manda Egli stesso ogni giorno qualche sofferenza da immolargli in unione ai suoi patimenti.
Resto inteso di quanto riguarda la relazione dell'adempimento dei vostri propositi e vi dico di cercare di fare quello che potete senza preoccupazioni. S’intende che, se noi riuscissimo a far tutto bene costantemente, saremmo già santi, mentre dobbiamo persuaderci che non lo siamo e perciò, quando ci accorgiamo di essere caduti in qualche difetto, non dobbiamo meravigliarcene e tanto meno avvilirci. Quando uno scultore sta lavorando un blocco di marmo per farne una statua, può meravigliarsi se trova che vi sono delle schegge da tagliare, delle raschiature da fare ecc… ? Certo che no, anzi, anche dopo finita la statua, trova sempre che vi è qualche nuovo ritocco da fare. Tanto più noi che lavoriamo attorno all'anima nostra, per fare che diventi quanto più sia possibile rassomigliante a Gesù, non dobbiamo meravigliarci ogni volta che ci accorgiamo di avere dei difetti da togliere e dei nuovi ritocchi da dare alla povera anima nostra. Meno ancora dobbiamo turbarci quando ci accorgiamo di essere tentati dal demonio, anzi questa dev'essere una ragione di più per riposare tranquilli nel Cuore Sacratissimo di Gesù, perché chiunque combatte, combatte contro i nemici e non contro gli amici. Perciò, se il demonio vi combatte, è segno che siete sua nemica e perciò figlia prediletta di Gesù. Riconoscete le amorevoli predilezioni di Gesù sopra di voi e state allegra, facendo il poco che potete, non nella solitudine, ma in casa e in mezzo alle difficoltà in cui vi tiene il Signore. Non cercate cambiamenti di luogo o di circostanze per servirlo, perché è proprio dove più si soffre che più si acquista santità. Quando il Signore troverà più utile per voi un cambiamento, state tranquilla che saprà trovarlo ed attuarlo Egli stesso, malgrado tutte le opposizioni delle creature.
Sono contento che riguardo al Terz'Ordine tutto procede bene e vi prego di salutarmi il Prof. Tramma e di ringraziarmelo di quanto fa per noi. Per il resto parleremo costì.
Mi occorre sapere quanto prima se quella signorina che al catechismo suole sedere a fianco della signorina Ricca si intitola Asturaro. Vi ricordo che è quella che voleva ricevuta nel Terz'Ordine e l'abbiamo rimandata all'anno venturo, perché non ha ancora 18 anni. Mi sono state chieste informazioni, perché deve farsi suora. Se è lei, ditemi anche voi il vostro parere. Ricambio i saluti al Can. Mandarino, alla signorina Scarpino, alle Cosco e alla Proto e saluto tutti i membri del nostro Terz'Ordine.
Mia sorella vi ricambia i saluti; io mi raccomando alle preghiere di tutte voi e vi benedico tutte nel nome del Signore.
                                                                            Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso

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3. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 23 luglio 1928
Preg.ma Serafina,
Don Garcea, Dr. Gentile, Caliò Serafina, Mons. Fares, Colicchia, Vitale
sono contentissimo del favore che va incontrando l'opera contro la bestemmia. Bisogna però approfittare del momento buono e non lasciarci sfuggire le buone opportunità che il Signore ci presenta. Per i cartoncini sono anche io d'accordo che si faccia secondo il formato più grande, che se ne tirino 1000 copie in modo da poterne fare larga diffusione. Per le targhe murali, visto e considerato che la spesa sarebbe abbastanza rilevante, se se ne dovessero fare molte, e che, d'altra parte, se non sarebbero sufficienti per tutta la città, sarebbe bene che se ne facessero altre dello stesso formato su cartone in nero dal tipografo, perché tanto una certa durata l'avrebbero anche essere. Potremmo così piazzarne qualcuna anche nei singoli sobborghi di Catanzaro. Per la spesa non bisogna preoccuparsi, perché il Signore ci aiuterà. Io però lascio a te, alla Bucarelli e alla Giordano piena libertà di fare come meglio credete per quanto riguarda le targhe su cartone senza che si perda più tempo a scrivermi di nuovo. A Migliaccio potete dare l'anticipo in seguito a regolare ricevuta.
A Monsignore non occorre dire nulla, perché apparentemente l'opera nostra tende soltanto a far conoscere la legge contro la bestemmia. Appare quindi come opera di civiltà e non di religione. Vuole la signorina che ci succeda come per la biblioteca? A fatto compiuto gli si potrà notificare.
Per i libri mi sono indirizzato alla Compagnia San Paolo di Alba. E lì perciò che devi rivolgerti.
Ieri, grazie al Signore, chiusi gli esercizi spirituali. Non mi sono stancato molto, sia perché qui ci sono molti confessori e sia perché qui non ho avuto altre occupazioni. Tanto io che mia sorella non mancheremo di pregare secondo il tuo desiderio. Mia sorella ricambia. Distinti saluti a te e alla Cosco.
Compiaciti di ossequiarmi da parte mia e di mia sorella la signorina Giordano e dirle che le robe di quel sacerdote già erano state date ai monaci di Staletti. In quanto al resto, mia sorella cercherà di fare quello che potrà, ma attualmente è sola in casa e non le riesce di far quasi nulla. Ossequiami pure distintamente la buona signora Bucarelli e dille che si renda interprete dei sentimenti di gratitudine dei miei e di tutto il Terz'Ordine nostro presso l'ottimo suo fratello per il favore che presta all'opera nostra e di fargli conoscere che noi preghiamo caldamente il Signore per lui. Benedizione saluti a te ai tuoi di famiglia e ai nostri terziari.
                                                                          Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso

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4. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 12 agosto 1928
Preg.ma Serafina,
Festa nella Casa con Mons. Fares. Accanto il Dr. Gentile
sia sempre lodato, benedetto, ma anche ringraziato il Sacro Cuore di Gesù, che ha voluto farci iniziare così bene il nostro lavoro contro la bestemmia! La tua lettera di oggi mi reca tanta gioia quanta non ne ho avuto che raramente in vita mia! Siate benedette tutte quelle che avete voluto procurarmela, e benedetti siano tutti coloro che vi hanno dato il loro valevole appoggio. Più particolarmente sia benedetto il fratello della Bucarelli in sé stesso, nella sua famiglia e in tutti i suoi interessi dell'anima e del corpo.
Avete fatto benissimo a stampare i verbali, chiestivi dalla Questura. Acconsento di tutto cuore che si diano ora lire 50 alle guardie per invogliarle a lavorare come propone l'ottima signora Bucarelli. Se bisogna danaro, scrivetemi, perché io sono pronto ad anticiparne. Ora che il ferro è caldo, bisogna battere e non bisogna lesinare sulla spesa. Ritengo che i verbali, che prenderanno le guardie, gioveranno più di ogni altra cosa, dopo la benedizione di Dio. A fine di anno sarà nostra cura di regalarle. Per le targhe e per tutto il resto fate come meglio credete purché non si ritardi. Godo che i libri del deposito sono arrivati. Cerca ora di cominciare a spargere la voce, per cominciare a venderli. Mi è pure arrivato l'elenco per la biblioteca, ma ho risposto che gli tornerò a scrivere al mio ritorno costì in ottobre. Godo che si è fatto il primo martedì. Ringrazio ed ossequio il professore Tromma.
Ricambio pure gli ossequi alla nostra cooperativi  Bucarelli, alle terziarie e alla Scarpino, benedicendo tutte nel nome del Signore.
Mia sorella ti saluta insieme alle Cosco e dice che continuerà a pregare secondo le tue intenzioni, come faccio anche io, benedicendoti.
                                                                            Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso


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5. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 5 settembre 1928
Preg.ma Serafina,
Il Dr. Gentile e Mons. Fares
apprendo con viva gioia che l'opera antiblasfema progredisce e ne ringrazio dal profondo dell'anima il Signore, pregandolo inoltre che voglia retribuire tutti coloro che hanno cooperato e cooperano alla buona riuscita di essa. Particolari benedizioni imploro su voi tre, cioè su te, la signora Bucarelli e la signorina Doria, che avete sostenuto il maggior lavoro e le maggiori difficoltà. Approvo e lodo che con la signorina Doria avete stabilito di presentarvi dal Prefetto, per raccomandare l'opera al nuovo Questore; anzi vi prego di raccomandare pure al Prefetto che ci sia una maggiore sorveglianza per la moralità dei cinematografi e del teatro. Sarebbe bene però prima informarsi se attualmente si fanno rappresentazioni immorali, per potergli fare citazioni precise. Non importa se la Giordano non potrà venire, andateci lo stesso, perché ho fiducia che il Signore vi aiuterà, come ha fatto finora.
Sono contento che la Bucarelli, insieme ai nipoti, ha ottenuto dalle guardie vigili di fare più ampia propaganda. Ne sia benedetto il Signore!
Io e mia sorella tiriamo alla meglio. Col 1° ottobre spero di essere costì.
Le tue angustie di spirito dipendono dal demonio, che, non potendo spingerti a commettere peccati veri e gravi, cerca di turbarti con vane apprensioni. Stai tranquilla; il Signore non permetterà che tu lasci la vita spirituale, anzi lo stesso timore, che ne hai, è segno certo che non la lascerai. Per le pratiche di pietà fai quello che puoi e stai sicura che le tue trasgressioni non sono peccaminose. Mia sorella ricambia i saluti a te e alle Cosco. Io ti benedico insieme alla Bucarelli, alla Doria e a tutte le mie penitenti.
                                                                            Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso

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6. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 14 agosto 1929
Preg.ma Serafina,
Don Garcea, il Dr. Gentile, Serafina Caliò, Mons. Fares
ho ricevuto la tua del 12 e sono molto dispiaciuto della malattia di tuo padre: sapevo che è ammalato, ma non sapevo che si trattava di cosa così grave. E’ la stessa malattia della felice memoria di mia madre, la quale pure soffriva tanto che ci sentivamo strappare il cuore dal petto. Non era possibile lasciarla sola neppure un momento e la povera mia sorella doveva passare le notti insieme con lei seduta al braciere. Considero, perciò, le sofferenze sue e le tue e prego e faccio pregare, affinché il Signore vi dia la forza per sostenere col maggior merito possibile questa dolorosa prova. Dici pure a lui che io prego e faccio pregare e che desidero che riceva spesso i santi sacramenti, per acquistare forza di sopportare con merito. Digli pure che il Signore suole mandare le più gravi malattie proprio a quelle anime che più vuole rendere felici in paradiso. Quello che dice il medico è vero, ma può anche darsi che le cose andranno a lungo. In ogni modo tu stai in casa ad assisterlo senza nessuno scrupolo, se non ti riesce di fare il bene, che facevi prima. Ora il campo del tuo lavoro è la tua casa. Per il Terz'Ordine cerca di farti supplire da qualche tua compagna, d'accordo con la signorina Giordano, fino a che sarà necessario. Per le tue devozioni ti contenterai di far tutto nella tua chiesa parrocchiale, eccetto quando avrai qualche altra persona buona da lasciare in casa. Non ti preoccupare di quello che dicono o pensano gli altri per avere voi sostenuto i vostri legittimi interessi. Basta essere chiari innanzi a Dio. Bada che di quello che dicono o pensano di male gli altri, tuo padre non deve sapere nulla, perché gli potrebbe essere fatale per la salute dell'anima e per quella del corpo.
Anche mia sorella è dispiaciuta e prega per tuo padre e per te.
Alla signorina scrissi ieri che stavo poco bene; oggi, grazie al Signore, mi sento meglio ed ho celebrato la S. Messa.  Saluto e benedico tutti del Terz'Ordine e specialmente benedico tuo padre nel nome del Signore.
                                                                           Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso

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7. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 2 settembre 1929
Preg.ma Serafina,
Festa con Mos. Fares, Dr. Gentile e sua signora
apprendo che le condizioni di salute di tuo padre sono sempre gravi e continuo a pregare e a far pregare per lui. Non deve preoccuparti il pensiero dell'avvenire riguardo alle sofferenze di tuo padre. Il Signore, che è padre di tutti e che per tutti ha sparso il suo sangue, non permetterà che tali sofferenze siano a danno dell'anima del tuo caro genitore. Farà anzi che tutto sia a maggior sua gloria e a maggior santificazione di tuo padre stesso. Se qualche volta si risente e dice qualche parola, spinto dalla violenza del male, ciò non distrugge il merito della sofferenza. Il soffrire e tacere per amore di Dio è abituale, invece l’inquietarsi e lamentarsi è raro o almeno di tanto in tanto. Figurati che ciò sia come una raccolta e che il soffrire tacendo per amor di Dio rappresenti il grano, l’inquietarsi di tanto in tanto rappresenti la paglia. Ora come la paglia non distrugge il grano, ma solamente deve essere tolta dal grano, così le impazienze contro il male non distruggono il merito della sofferenza, ma solamente debbono togliersi con atti di rassegnazione, quando poi si ritorna in calma. Bada a non sgridarlo nel momento in cui si inquieta né a fargli credere che ha peccato gravemente, perché così lo indurresti ad atti di disperazione. Soltanto quando ritorna in calma, digli qualche parola amorevole per chiedere perdono al Signore. È bene che sappia anche lui che le inquietazioni non distruggono il merito, così si sentirà più incoraggiato a rassegnarsi.
Per la comunione fa' come puoi, ma senza sforzarlo troppo. Per ora può bastare che la faccia qualche volta al mese.
Il quadro fallo benedire da Sua Eccellenza e mettilo a posto. Avete fatto bene per quanto riguarda la terziaria passata a miglior vita. Anche io farò il mio dovere. Saluto e benedico tuo padre e te e tutti del nostro Terz'Ordine, per i quali tutti prego ogni giorno. Anche mia sorella offre le sue povere preghiere secondo le tue intenzioni.
                                                                           Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso
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8. lettera
I.M.I.D.
Carlopoli, 5 settembre 1937
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto la vostra lettera e ringrazio voi e tutte le consorelle della premura che avete per la mia povera salute. Ora posso dire che da qualche settimana mi sento meglio, ma precedentemente sono stato poco bene. Non è cosa nuova del resto, giacché ero sofferente prima di partire. Comunicate queste notizie anche a mastro Alberto e gli dite che attualmente non ho bisogno di nulla. Mi dispiace delle vostre nuove croci, ma vi ricordo che senza croci non ci possono essere meriti e che noi ci siamo offerti come anime vittime a nostro Signore. Si può essere vittima senza soffrire? È necessario dunque che ci mettiamo nelle mani del Signore e trasciniamo con il suo aiuto le nostre croci. Se non abbiamo forza noi, ce ne ha per noi il Signore.
Tanti saluti e benedizioni anche alla Giordano e a Caterina.
                                                                           Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso

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9. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 31 agosto 1939
Benedetta in G. Cristo,
il demonio soffriva, perché il Signore aveva ridato al tuo spirito la pace e, per togliertela, ti ha confuso la testa, per farti credere che io non ti ho capito. Noi non dobbiamo indagare perché il Signore permette al demonio di turbarti e di tentarti. Ci basti sapere che i suoi disegni sono santissimi e pieni di misericordia per tutti quelli che non la rifiutano.
Quanto al fatto tuo, stai sicura che con ciò glorifichi e non offendi il Signore, perché si tratta di sofferenze e non di peccati. Il peccato non vi è mai quando non lo si vuole e specialmente quando lo si detesta, come tu lo detesti. Offri dunque le tue sofferenze al Signore e stai tranquillissima. Bada, però, a non dire più che il Signore dorme riguardo a te, perché egli allora veglia di più a nostra santificazione quando ci sembra che dorma. Se altri sentono e vedono le cose di Gesù - e tu non le senti e non le vedi - non deve importarti, perché Egli da alcuni vuole essere servito in un modo, da altri in un altro modo. L'importante è che gli uni e gli altri abbiano lo stesso paradiso, pur entrandovi per vie diverse.
Tante benedizioni e tanti saluti anche per parte di mia sorella. Abbi la bontà di dire alla signorina Giordano che, se può raggranellare fino al 15 settembre qualche centinaio di lire per i chierici poveri, abbia la bontà di consegnarlo al seminarista Rizzo Vincenzo di Francesco, che abita in via Belvedere 1. Nel caso, potrà consegnare il denaro a te e tu lo consegnerai al seminarista, facendoti rilasciare la ricevuta dal seminarista. Tante benedizioni, anche alla signorina e a Caterina.
                                                                           Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso

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10. lettera
I.M.I.D.
Carlopoli, 25 luglio 1940
Benedetta figliuola in G. Cristo,
non devi rinunziare l'ufficio di squadrista di pronto soccorso per le difficoltà che incontri da parte delle compagne. Le condizioni in cui le povere si trovano devono anzi stimolarti a rimanere in mezzo a loro, pregando il Signore che voglia servirsi di te per metterle sulla buona via. Non devi pretendere che dal primo giorno si mostrino morigerate e pie: sarebbe un passaggio troppo repentino. Per ora contentati di mostrarti affettuosa con loro e allegra, in modo che non credano che la religione porti la malinconia, anzi, quando puoi dire qualche parola per farle stare allegre, fai molto bene. Quando, poi, te le sarai affezionate, cercherai di dire sorridendo e affettuosamente qualche parola di correzione, di stimolo alla pietà, ecc... Bisogna entrare nel loro animo a gradi. Ricordati che anche Nostro Signore fece così con gli apostoli e che certe cose aspettò che le dicesse a loro lo Spirito Santo, dopo la sua risurrezione, appunto perché non era utile per loro che le dicesse tutte da principio. Come i frutti non maturano in un giorno, così non si convertono in un giorno le anime. Da parte tua continua a prendere tutto come volontà di Dio e così non perderai la pace dello spirito.
Rilevo che ancora soffri per il sonno e prego il Signore che ti aiuti a portare la croce, come devi fare tu per la croce mia, che mi amareggia spesso i giorni e le notti e mi fa vedere enormemente orribile la mia situazione spirituale. Provo sollievo soltanto nel pensare i rappresentanti di Gesù che mi assicurano che posso stare tranquillo e che ho fatto i primi venerdì, che porto l'abitino del Carmine, ecc… Ciò, però, non impedisce che ogni 4 o 5 giorni il fenomeno si ripeta ed io debba di nuovo lottare per rialzare il mio spirito. Stamattina, dopo quasi due giorni ed una notte d'inferno, ho potuto celebrare la Santa Messa  con calma e con un po' di consolazione. Il tuo desiderio di essere offerta con Gesù nella Santa Messa è già appagato, perché sono diversi anni che offro ogni mattina nella Santa Messa tutte le anime vittime, insieme a quelle dei miei cari, per essere vittime insieme a Gesù. Non hai osato troppo, offrendoti con Lui, perché Egli stesso lo vuole e fai bene a desiderare di essere immolata per Lui, pregandolo che ti purifichi, prima di immolarti. Ciò chiederai anche per me a Lui stesso, Crocifisso, per i meriti della sua crocifissione. Fisicamente, grazie a Dio, sto bene e la dimora qui mi giova. Delle altre mie sofferenze non ne parlare con alcuno.
Per la Messa del primo martedì mi sono dimenticato. Procura di provvedere tu stessa d'accordo con la signorina Giordano. Potete farla applicare per tutti i terziari vivi e defunti e per la pace, dando l'elemosina al celebrante.
Al ritorno di qui, se il Signore vorrà, passerò, come gli altri anni, di costì.
Tante benedizioni.
                                                                           Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. Francesco Caruso

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11. lettera
I.M.I.D.
Carlopoli,10 agosto 1940
Benedetta in G. Cristo,
giacché il Signore ci fa l'onore di essegli compagni nelle afflizioni tremende del Getsemani, procuriamo di essergli compagni nella piena rassegnazione ai voleri del Padre Celeste. Diciamogli anche noi nell'angoscia del nostro spirito: “ Fiat voluntas tua”! In questi giorni ho considerato che come Gesù sull'altare si mette a nostra disposizione, si lascia maneggiare, spezzare nelle specie e ricevere, come vogliamo, così noi dobbiamo tenerci a sua disposizione, perché faccia di noi quello che vuole. È vero che altra è la teoria, altra è la pratica, ma noi abbandoniamoci nelle sue mani e Gesù supplirà alle nostre deficienze e ci farà sostenere utilmente le croci vecchie e le croci nuove. Per quanto riguarda la casa, il cui fitto è di lire 200 mensili, puoi slanciarti a prenderla in affitto, se prevedi che potrai subaffittare le camere. Così risolvi anche l'altro problema del dormire.
Non so però se la casa di tua proprietà, che tieni affittata, si presta a starci tu e tuo fratello e ad affittare stanze. In tal caso sarebbe preferibile ritirarti in casa tua. Credo, tuttavia, che non sia abbastanza grande. In ogni modo, se altro non puoi, tenta di prendere quella delle L. 200. Vuol dire che se non ti trovi, in appresso la lasci.
Preghiamo e teniamoci nel cuore di Gesù.
Mi dimenticavo di dirti che mi bisogna uno scapolare della Madonna del Carmine. Puoi darlo subito alla persona di servizio di Sua Eccellenza Monsignor Arcivescovo, perché lunedì prossimo deve venire qui. Se non l’hai fatto, me lo rimanderai in appresso e poi te lo pagherò.
Tante benedizioni.
                                                                           Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. Francesco Caruso

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12. lettera
I.M.I.D.
Carlopoli,17 agosto 1941
Benedetta in G. Cristo,
ti ringrazio del libro, che hai spedito a mio nipote e ti ricambio gli ossequi. Con la salute fisica, grazie al Signore, andavo molto bene, ma in questi ultimi giorni si è riprodotto un poco il male all'orecchio, ma ha mandato pus solo per qualche giorno. Ora resta un po' indolenzito e credo che non si riprodurrà.
Fai bene a pregare per me, che ne ho sempre molto bisogno, come farai bene a pregare e fare atti di immolazione in unione alla Vittima Divina per tutti i sacerdoti, specialmente per quelli che ne abbiamo più bisogno.
Il pensiero che non ami Gesù e che non sei amata da Lui viene dal demonio. Ricordatelo sempre. Lo stesso desiderio che senti, di voler restare innanzi a Gesù a lungo, dice che tu L'ami e che Egli ti ama.
L'impulso che senti di soffrire e pregare per i sacerdoti meno buoni, per ottenere la loro conversione e santificazione, è un impulso buono e puoi secondarlo. Devi però protestare che, se Gesù nella sua bontà può servirsi di te per richiamare sulla retta via qualche traviato, tu non cessi di essere quella miserabile che sei e che quello che opera la santificazione è Lui. Disprezza ogni sentimento di compiacenza e pensa soltanto al dovere che tutti abbiamo di cooperare con Gesù alla salvezza e santificazione delle anime, specialmente sacerdotali.
Con Vitale ho parlato più volte io stesso e gli ho suggerito come deve fare. Egli non sa prendere una decisione e temo che resterà con i suoi belli ideali senza attuarli mai. Intanto gli anni passano e restano le belle parole.
Ad Annina dici che sarebbe una sciocchezza lasciarsi sfuggire questa bella occasione di andare ai bagni caldi.
L’Assunta accolga i voti di tutti e ci dia la pace con Dio e la pace tra di noi, poveri mortali.
                                                                            Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F.Caruso
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13. lettera
I.M.I.D.
Carlopoli, 6 agosto 1942
Preg.ma Serafina,
siamo stati sei giorni senza posta e perciò ho ricevuto ieri sera la tua del 30 u. s. Non ho potuto, quindi, risponderti prima. Quanto al posto che vorresti occupare all'ospedale militare, mi sembra che, considerato il pro e il contro, non faccia per te. Darsi ad una vita quasi tutta materiale a danno dello spirito e affidare la casa propria ad un'altra donna non è cosa da farsi senza un gravissimo motivo. Questo motivo non mi sembra che ci sia nel caso tuo, tanto più che, come dici, le tue condizioni di salute non sono perfette.
I miei guai continuano al solito. Sembrava che stessi meglio fisicamente, ma poi mi è sopraggiunta un’ostinata atonia dello stomaco e dell'intestino. Dei mali fisici, però, non mi dispiace. Soffro per quelli dello spirito, sebbene mi sforzi di non pensarci. Sia sempre fatta la volontà di Dio, anche per questi! Grazie delle preghiere. Continua però sempre, perché ne ho sempre bisogno. Da parte mia ho continuato a pregare e continuo secondo le tue intenzioni. Continuiamo a fare atti di riparazione e a pregare per la santificazione dei sacerdoti. Non occorre che tu faccia cose straordinarie per consolare Gesù. Basta che tu offra a Gesù oltraggiato e immolato sulla croce e sugli altari, pregandolo di passare l'offerta all'Eterno Padre per i poveri oltraggiatori e specialmente per me.
Tante benedizioni in nome di Gesù      Dev.mo in G. C.            Sac. F. Caruso
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14. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 12 luglio 1943
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto la tua del giorno 8 c.m. Per quanto riguarda le tue sofferenze spirituali devi continuare a vincerti per mezzo dell'obbedienza in tutti i dubbi e in tutte le oscurità, essendo questa la volontà del Signore. Non ti aspettare di ricevere conforto dalle anime buone che avvicini, perché il Signore cosparge di amarezza i nostri passi quaggiù per distaccarci da tutti e da tutto e spingerci a sollevare i nostri sguardi solamente a Lui. Oh! Sapessimo compiere questo passo! Quanto sarebbe più facile santificarci! Ma siamo di povera creta e bisogna che preghiamo Gesù stesso, affinché le sue stesse braccia compiano questo strappo di staccarci dalla terra e portarci al suo Cuore. Non ti preoccupare se ti sembra che sei sempre allo stesso punto. Soltanto sforzati di avere grande confidenza in Dio, nello stesso tempo che ti umili per le tue miserie, e fa di tutto per corrispondere ai divini voleri. Per lo sfollamento continua a stare abbandonata nelle mani di Dio e disposta a fare quello che Egli vorrà. Quanto a me, debbo dire che stavo molto bene e facevo con piacere anche le lunghe passeggiate, ma circa 20 giorni or sono mi è sopraggiunto un forte raffreddore e mi ha preso i bronchi, la gola e l'orecchio sinistro, senza febbre però. Ora mi sento meglio ed ho ricominciato le passeggiate. Più che altro sono stato torturato dai miei soliti guai spirituali e dal dispiacere di veder i due miei nipoti tanto alieni dalla vita spirituale e il piccolo con tendenze del tutto contrarie alle mie. Sembra che il mio lavoro e i miei sacrifici siano serviti per guastarli. Forse io non dovevo tenerli in seminario. Ho avuto qualche momento, in cui me ne sarei voluto scappare da Gasperina. Non l'ho fatto per le difficoltà, che stiamo attraversando e per non dare dispiacere alla nuova cognata che mi assiste con tanta diligenza e con tanto amore. Ora mi sono alquanto acquietato riguardo alle sofferenze spirituali, perché mi abbandono nelle mani del Signore e della Madonna. Riguardo ai nipoti ho parlato molto chiaro ed ho detto che li abbandono se non mi obbediscono. Comprendi bene però che l'obbedienza ottenuta col timore non è sufficiente. Noi dobbiamo pregare che il Signore infonda nelle loro anime lo spirito di pietà, di rettitudine e di buona volontà nello studio. Fa che preghino anche le altre anime, ma non specificare il perché. Basta che sappiano che io soffro fisicamente e spiritualmente. Il presentarsi di Gesù portante della croce spero che sia un invito ad accompagnarlo con le mie croci. Che Egli mi aiuti ed io non ricuso nessuna croce.
A Rizzo dici che voi altre non potete far nulla senza un ordine da parte mia e che perciò deve rivolgersi a me e non a voi. Tante benedizioni alla Giordano e a Caterina, alla Lucà a tutti del nostro Terz'Ordine insieme con te.
                                                                             Dev.mo in G. C.
                                                                              Sac. F. Caruso

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15. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 11 ottobre 1943
Preg.ma Serafina,
lodo, benedico e ringrazio il Signore per tutte quelle, che siete rimaste salve. Mi dispiace per le sorelle, la nipote di Annina e per la sorella di tua cognata. Faccio le mie più vive condoglianze e prego per loro. Anche io ho sofferto per Catanzaro tutta, tanto più che, prima della tua lettera, non ho avuto altre particolari notizie, quantunque abbia mandato costì mio nipote. Ho in mente di venire appena mi sarà resa possibile la mia dimora in seminario e potrò avere un boccone per vivere, anche pagando, se occorre. Se in seminario ancora non ci sono le suore, potrai parlare con la superiora della Stella se potrà farmi il favore di darmi da mangiare a pagamento, fino a che si aggiustano le cose. Per il posto in seminario parla con Sua Eccellenza.
In sacrestia, oltre le cappe, ci dovevano essere anche i camici, le cotte ed altri piccoli oggetti. In camera mia, oltre le maglie, c'erano anche due camicie di lana nella stessa scatola. Nel guardaroba (stipone) c'era il mio cappotto d'inverno, il cappotto bianco di Agostino, le mutande e calze mie, le coperte ecc… Se Sua Ecc.za ne ha piacere, tutte le cose mie (compresi i mobili) potrebbero chiudersi in una scuola, dove potrei provvisoriamente abitare. Le spese di trasporto, sotto la tua sorveglianza, le pagherei io. Lasciare i libri e gli altri oggetti in camerata sarebbe lo stesso che lasciarli disperdere. Le cose che hanno le suore restano dove sono. Per il Terz'Ordine fate come potete.
Saluto e benedico tutte, insieme con te, la Gullà, Annina e suor Antonina, raccomandandomi alle preghiere di tutte. Bacio il S. Anello a sua Ecc.za. Domanda al segretario Don Michele se ha ricevuto la mia lettera. Nel caso non l’ha ricevuta, dici al canonico Mandarino che abbia la bontà di continuare a celebrare la messa conventuale per parte mia. Dev.mo in G. C.                                  Sac. F. Caruso
P.S. Se il porgitore ti dà una lettera per la Giordano, abbi la bontà di portargliela.
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16. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 7 dicembre 1943
Preg.ma Serafina,
grazie delle tue buone parole riguardo agli miei travagli. Bisogna pregare molto. Resta inteso di quanto si è deciso fra i due Don Giovanni e Vitale. Tu tieniti nelle mani del Signore.
Il medicinale mandatomi è buono per ricostituente, ma io avrei bisogno di un depurativo a base di iodio, come ti avevo scritto. Perciò, se non è questo, non ne prendere più. Le pillole sono buone. Godo che hai definito la pendenza delle messe. Speriamo che Mandarino potrà supplirmi d'ora in poi. In ogni modo, se non mi potrà supplire, continuerai a portarle a Sua Eccellenza. La mia venuta costì pare che si renda sempre più difficile. Infatti, ora sono ammalato di resipola al capo, sebbene ora è in via di risoluzione.
Resto inteso di quanto riguarda il primo martedì e il funerale. Quanto all'avvertimento, che dovevi dare, ora non si può più riparare, ma ricordati per un'altra volta che in simili casi non bisogna tacere. Tanto l'avvertimento si poteva dare con premura di allontanarsi senza far conoscere chiaro di dove l'avevi saputo. Anche al fatto che io ero lontano, si poteva rimediare interrogando il confessore ordinario, dato che si trattava di cosa urgente. Ora pensa a suffragare quelle anime. Faccio le mie condoglianze ad Annina e prego per la sua buona mamma. Ti ringrazio e ti resto obbligato per quanto hai fatto per i miei nipoti. Li raccomando alle tue preghiere! Ti rimando le corone e i crocifissi benedetti. Per la novena ti assegno come esercizio di accettare con tutto il cuore le privazioni e le contrarietà che ti capiteranno durante tale tempo. Tante benedizioni. Sono stanco.
                                                                             Dev.mo in G. C.
                                                                              Sac. F. Caruso
P.S. Se possibile, manda un po' di foglietti e buste e qualche scatola di cromatina e metti tutto a nota. Della cieca che cosa mi dici? Se occorre, dalle qualche cosa e metti a nota.
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17. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 31 dicembre 1943
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto la tua del 18 e credo che tu abbia ricevuta quella del 25. Per quanto riguarda la mia assenza da Catanzaro, comprendo pure io che porta un disorientamento a quelle anime che erano abituate a venire da me, non per pregi che io avessi, ma per il mutamento di metodo riguardo alla direzione spirituale. Per sentire di meno l'assenza continuate a seguire l'indirizzo ricevuto e, se vi sono novità, scrivete. Per la confessione fate come potete, senza farci entrare la direzione e, quando non potete confessarvi nel giorno stabilito, continuate come di solito la Santa Comunione. Per non farla, ci vorrebbe un peccato mortale, che in voi altre, grazie a Dio, non si suppone. Anche io sono senza il mio padre spirituale e mi contento della sola confessione. Inoltre la vita fuori del seminario è per me come quella del pesce che vive fuori dell'acqua. Anche se potrò venire costì, sarà lo stesso fino a che non si riaprirà il seminario.
Grazie di quanto ha fatto la superiora per la camera. Aspettiamo e speriamo pregando. Resto inteso della promozione di Nicola e ne ringrazio il Signore. Resto pur inteso dei conti. Per la medicina ti ho già scritto nell'altra mia. Ho ricevuto le mutande e il pacchetto buste e foglietti. Apprendo con piacere che Monsignore ha concesso il trasferimento provvisorio. Mi dispiace che la Giordano è nuovamente ammalata, ma le devi dire che, se non fa la cura iodica, ricade semPreg. Me la saluti con Caterina. Grazie degli auguri, che ricambio a tutti di cuore con la preghiera anche per i parenti. Tante benedizioni.
                                                                             Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso
P.S. Mi fai il favore di consegnare la qui acclusa lettera al Sottocantore Mandarino e lire 15 al parroco Apa, unitamente alla pagellina pure qui acclusa, pregandolo che mi mandi il blocchetto della ratio mensis.

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18. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 9 gennaio 1944
Preg.ma Serafina,
ringrazio sentitamente Ansani e gli zii della bontà che hanno avuto di offrirmi l'abitazione in casa loro. Certo non potrei desiderare di meglio che abitare in casa loro, ma in questo momento non so decidermi, data la lontananza dal centro e la mancanza dei generi alimentari. Col tempo cattivo non potrei passare da fuori le porte e da qui non è possibile fornirmi dei generi necessari. Vediamo come si metteranno le cose in appresso. Se si rendesse libera la stanza nell'orfanotrofio, sarebbe meglio, anche perché non avrei il pensiero del mangiare. Resta inteso per quanto riguarda la conservazione dei miei indumenti canonicali. Le robe del seminario per ora lasciamole stare. Per suor Antonina ho pregato e vorrei anche scriverle, ma, siccome mi dissero che era già agonizzante, temo che la mia lettera sarebbe inutile. In ogni modo continuo a pregare per lei, specialmente nella Santa Messa, e intendo benedirla ogni fine di Messa. Il ritiro cerca di farlo per come ti riesce. Ho pregato per la mamma della Gullà e continuerò a pregare. Grazie degli auguri a lei, ad Annina e alla Colicchio. Per la fondazione non si può andare di fretta. Bisogna pregare molto. Per la medicina non importa, basta quella che hai avuto e quella che il farmacista ti ha promesso. Continua a tenere costì le lettere di mio fratello. Se viene qualcuno a ritirarle, scrivi sulla busta che io ho scritto e stiamo tutti bene, grazie a Dio, e mettici la data. Ricambio gli auguri e ringrazio tutte.
                                                                            Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso
P.S. Celebrerò appena mi sarà possibile la Santa Messa per la Scumà. Potevi fare a meno della elemosina; vuol dire che in appresso le applicherò un'altra messa per conto mio. Curerai di avere la risposta alla lettera, che unisco alla presente, dal parroco Apa e me la manderai al più presto. Darei anche l'altra ad Ansani e l'altra alla Giordano.

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19. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 24 gennaio 1944
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto la maglia, la cartolina di mio fratello e le altre lettere. Mi dispiace che anche la speranza di abitare nell'Orfanotrofio è svanita. Ringrazio la signorina Lea-Cava della sua gentile profferta, ma, senza contare la difficoltà del gabinetto, rimane sempre la difficoltà della derattizzazione, che per me è grave.
Apprendo quanto mi hai detto del tuo ritiro. Il mare di consolazioni, che godevi prima, non era che una preparazione, concessa dal Signore, per sostenere i dolori e le desolazioni attuali. La condizione normale nostra non è quella di navigare nella dolcezza e nella gioia, ma di camminare appresso a Gesù portando la croce. Le consolazioni servono soltanto per farci prendere respiro nell'affannosa salita. Continua, dunque, a fare la volontà di Dio, perché in essa sta la nostra santificazione. Di nuovo dunque non ci dev’essere che una rinnovata volontà di fare tutto quello che piace al Signore. Rinnova questa disposizione ogni mattina e non desiderare mai altro che il volere divino.
Quanto all'Istituzione, parlerò con Capelluto. Intanto preghiamo. Quanto al Terz’Ordine domenicano della detta Istituzione Capelluto non ne vuole parlare, non perché sia contrario, ma per provare la signorina Papucci che ha posto ciò come una condizione assoluta per lavorarci, mentre voi altre dovete fare l'obbedienza senza mettere condizioni, che potrebbero essere contro la volontà di Dio, ma io sono quasi sicuro che sarà domenicana. Se tu dovrai entrarvi, tuo fratello si rassegnerà.
Per la cieca celebrerò la S. Messa quando mi sarà possibile. Godo che è morta con i sacramenti. Dalla signora Opipari non sei più ritornata? Se ti domanda, dici che l'elemosina ora è di lire 15.
Per le medicine ora basta, perché sono sufficientemente provveduto. In appresso poi vedremo. La rivoluzione porterebbe l'ultima rovina e perciò preghiamo.
Tante benedizioni
                                                                          Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. F. Caruso

P.S. Pregoti di salutarmi suor Antonina e di portarle il qui accluso biglietto. Similmente farai col il Sottocantore. Mandami un po' di buste e di cotone bianco e il nero.

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20. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 11 febbraio 1944
Preg.ma Serafina,
ringrazio il Signore che la Gil. ha cominciato a ritirarsi le robe, perché così si rende possibile la mia venuta costì. Ti torno ad elencare gli oggetti che devi farmi portare, quando la stanza sarà disponibile, perché allora ne ho lasciato alcuni:
- Letto completo, cioè lettiera con rete (dato che ho solo il materasso), cuscini, lenzuola e coperte;
- Catinella con portacatinella, boccale per l'acqua pulita e il catino per l'acqua sporca;
- Tavolino e due sedie;
- Asciugamani quanti ce ne sono, compresi anche quelli felpati;
- Colonnetta ecc…
- I quattro volumi del Breviario che avevo in cattedrale.
Assicurarsi che nella stanza ci sia la luce elettrica. Alle persone che dicono che, venendo costì, potrei soffrire, rispondete che i disagi ci sono anche qui e che, da altra parte, io non mi sono fatto prete per stare comodo. Mi dispiace che non è stato possibile venirmene finora. Se non fosse stata la preoccupazione di dovermi trattare con troppi riguardi, forse mi troverei da un pezzo alla Stella. Ora, per evitare che succeda lo stesso all'orfanotrofio, quando vai per stabilire quanto debbo pagare per stanza e vitto, dici che per me l’importante è che ci sia il latte, piuttosto abbondante, mattina a colazione e la sera a cena. Dico piuttosto abbondante, perché lo prendo senza pane. A mezzogiorno prendo ciò che mi danno, con preferenza verdura e qualche altra cosetta per secondo. Non c'è, quindi, da spaventarsi. Mi dispiace che ti trovi ammalata e prego il Signore che ti guarisca al più presto. Non ti preoccupare dei miei indumenti. Ci penserò io stesso quando verrò, se piacerà al Signore.
Grazie di quanto hai fatto per le lettere. Non mancherò di pregare, secondo le tue intenzioni, ma anche io ho bisogno che tu preghi per le stesse ragioni. Finalmente Nicola si è comunicato domenica, ma mi è rimasto il chiodo nel cuore per Agostino e per il padre. È un giusto castigo dei miei peccati.
Non ti preoccupare della cromatina perché ho rimediato per ora. Col denaro dell'Opipari pagherai l'elemosina delle messe conventuali che ci sono state dopo le ultime pagate a Sua Ecc.za l'Arcivescovo. Ti farai indicare da Durante quante sono, al più presto possibile. Godo e ringrazio il Signore che suor Antonina e la Giordano stanno meglio. Me le saluti e dici che le benedico e continuo a pregare.
L'elemosina delle messe conventuali è stata pagata fino al 3/12/43. Resto inteso di quanto hai detto riguardo alla nuova Istituzione. Tu in ogni modo tieniti in una santa indifferenza, lasciando fare al Signore. A Rizzo puoi dire, a nome mio, che ho ricevuto la sua lettera e quella del figlio e che ho disposto che gli si dessero altre L. 100 (se però c'è l'hai tu in cassa di quelle dei chierici poveri) con l'obbligo però che non lo dica a nessuno, neppure alla Giordano, perché gliele diamo di... Non devi dirlo neppure tu. Comprami qualche altro pacchetto di foglietti  e buste solite,  ma conservameli costì fino che non te li chiederò.
Della nipote di Annina ha già parlato Maria Innocenza con Annina stessa. So che era venuta in chiesa a trovarmi e non mi ha trovato.
Tante benedizioni a tutte.
                                  Dev.mo in G. C.          Sac. F. Caruso

P.S. Noi in seminario avevamo una tessera per tutti. Dici  ad Ansani che abbia la bontà di farmi distaccare una tessera personale per me, per darla poi alla superiora.
La chiave dei tiretti della scrivania l'avete trovata?
Avevo già scritto la lettera quando è arrivato qui Capellupo. Ti meraviglierai nel sapere che la nuova Istituzione è completamente cambiata dalla forma che noi volevamo darle. Si vede che il Signore aveva disegni diversi dai nostri. Infatti, per la fretta che aveva il Prefetto nel chiedere gli statuti dell'opera, si riunirono e compilarono lo statuto senza che io fossi interrogato, forse per la mancanza di tempo a consultarmi. In ogni modo nel nuovo statuto si è mirato ad unificare le due opere di Apa e Capellupo, mettendole sotto gli auspici della “In charitate Christi”. Io non ho potuto cambiarlo, perché già è stato approvato da Sua Eccellenza ed è stato presentato al Prefetto. Dev’essere successo così per gli alti fini del Signore. Tu astieniti dal parlarne o, se ne parli, mostra che ciò è segno che il Signore vuole così. Se sarai invitata a farne parte, ti regolerai. Intanto prega, perché l'Opera, com'è concepita adesso, è più grandiosa, quantunque non corrisponda a quello che noi desideravamo e, d’altra parte, il Prefetto non voleva la Casa di Carità, come l'avevamo ideata noi, dato che già esiste un asilo per i vecchi. Dinanzi ai disegni di Dio, devono cedere le nostre particolari vedute. Sia dunque fatta la sua volontà. Quando parlerai della diaria da pagarsi per me all'Orfanotrofio, oltre che con la Superiora parla col nuovo Direttore Aiello, perché è conveniente che ne sia inteso.

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21. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 21 febbraio 1944
Preg.ma Serafina,
ho letto la tua lettera. Adoro i disegni del Signore riguardo alla mancata concessione da parte dell'orfanotrofio. Se la signora Nisticò potrà accogliermi, verrò volentieri almeno per il tempo del precetto pasquale. Anzi, se fosse possibile, non vorrei neppure portare gli oggetti miei del seminario, dato che, a quanto sembra, la dimora forse non potrà essere lunga. Certo che da lei sarei contento, ma desidero che sia tutto definito. Non è il caso di pensare ad altre case. Riguardo alla nuova Istituzione non te ne incaricare. Se il Signore ti vorrà, ti chiameranno. Se ti è possibile, desidero pagate due rate della mia assicurazione (La Previdentia), cioè la rata di agosto scorso e l'attuale di febbraio e poi fammi sapere se ti debbo mandare denaro e quanto. All’Opipari puoi dire che domani comincio il settenario e che l'elemosina ora è di lire 20. Desidero pure sapere come sta l'avvocato Spasari e mi ossequi tanto la signora. Hai pagato l'elemosina delle messe conventuali? Tante benedizioni.
                                                            Dev.mo in G.C.          Sac. F. Caruso
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22. lettera
I.M.I.D.
Senza data
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto il medicinale e te ne ringrazio; è proprio quello che ci voleva per me è; se non te l'avevo indicato prima, è perché mi avevano risposto che non se ne trovava. Me ne puoi comprare un altro, ovvero due flaconi, perché altra persona me ne ha trovato qualche altro. Se dall'ospedale non te l'hanno dato, lascia correre. Ho ricevuto pure la cromatina; ti raccomando di mettere tutto a nota.
Se il canonico Durante ti dà L. 50, prendile a conto delle spese fattemi.
Con la risipola non ho sofferto molto. Non c'è nessun confronto con la sciatica. Quello che mi dà più pena è la tiepidezza di alcuni dei miei, ma confido che il Signore mi esaudirà. Non occorre che tu ti preoccupi al riguardo. La malinconia non viene dal Signore, ma dal demonio e, perciò, quanto più il Signore ci tribola, tanto più dobbiamo sforzarci di stare allegri.
Temo che le mie cappe si rovinino per il tarlo e perciò sarebbe bene metterle di tanto in tanto all'aria, ovvero vedere se occorre metterci altra naftalina. Una delle maglie che mi hai mandate era tutta bucata dal tarlo. Tante benedizioni.
                                                                            Dev.mo in G. Cristo
                                                                            Sac. Francesco Caruso

P.S. Ricevo in questo momento una lettera di Rizzo con la quale si raccomanda per qualche aiuto per il figlio che ha bisogno di cure, mentre manca del necessario. Dici alla signorina Giordano che, se c'è qualche cosa in casa, abbia la bontà di dargli almeno un centinaio di lire, dato il momento difficile che stiamo attraversando. Tante benedizioni anche alla signorina e a Caterina e tanti auguri.                    Sac. F. Caruso

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B.     LETTERE A SERAFINA CALIÒ
circa la Casa dei Sacri Cuori  e su argomenti vari (Doc. 31)

23. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 8 marzo 1944
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto la tua del 1 marzo 1944, come ho ricevuto un'altra di Maria-Innocenza e ho risposto per posta, accludendoti una lettera per la superiora della Stella, in cui la pregavo di accogliermi nel suo istituto, almeno per il tempo del precetto. Spero che tu l'abbia ricevuta in questi giorni, ma è bene domandare alla posta, se non l'hai ancora ricevuta. Se mi accettano alla Stella, è preferibile sotto tutti i rapporti, mettendo da parte tutte le altre proposte, comprese quella di Pontepiccolo e quella di suor Rosaria. Se non mi accettano alla Stella, vedremo in appresso se sarà il caso di andare a Pontepiccolo. Ora i tempi sono cattivi e non mi sembra opportuno né fare la strada a piedi, né stare allo scoperto ad aspettare il tram. È sempre bene però sapere a quali condizioni mi darebbero vitto e alloggio, per regolarmi. Non mi sembra conveniente avventurarmi a venire costì, senza essere sicuro, perché soffrirei a cambiare alloggio. Speriamo che mi accoglieranno alla Stella. Per la tessera, se dovrò venire, porterò la dichiarazione. Mandami un po' di foglietti e buste. Le buste le ho già finite e perciò chiudo lo stesso fogliettino con gomma. Tante benedizioni e ringraziamenti a Vitale e a tutti quelli che si sono interessati per la mia sistemazione.
                                                            Dev.mo in G. Cristo    Sac. Francesco Caruso

P.S. ho ricevuto oggi 8 l'altra tua lettera. Resto inteso che hai pagato l'Assicurazione; le messe conventuali le celebrerò io stesso; per quanto riguarda l'offerta della superiora della Redenzione ho già espresso sopra il mio pensiero, cioè io preferirei la Stella, perché le mie condizioni di salute mi fanno temere una ricaduta con l'espormi all'aperto, ora che i tempi che corrono sono cattivi. Se ancora non ti è arrivata la lettera che ti avevo spedita per posta parecchi giorni or sono, dici a Suor Leontina a nome mio se mi può fare la carità di accettarmi almeno per il tempo del precetto e che per il trattamento mi adatto come vuole, basta che io abbia il latte mattina e sera.                                        Sac. F. Caruso

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24. lettera
I.M.I.D.                                                                                         Gasperina, 12 settembre 1949
Preg.ma Serafina,
temo che ancora Vitale non sia ritornato e che perciò nulla ancora avete fatto. In ogni modo desidero che egli o voi altre vi presentiate all'ingegnere Apa e lo preghiate di stabilire un minimo di costo della parte di fabbricato, che intendiamo far subito e poi facciate a vostro fratello la proposta se vuole accettare di farla ed anzi se crede possibile di lasciarci qualche cosa su quel minimo, dato che si tratta di un Istituto tanto povero. Se non crede di accettare, potete fare come meglio credete, purché si abbia da fare con persone di coscienza.
Con la salute non vado bene, perché il medico mi ha trovato deficienza renale, che ha prodotto fenomeni di autointossicazione, dolori ecc… Ora sto facendo la cura di disintossicazione, ma ancora non se ne possono vedere i buoni effetti. Sia quello che vuole il Signore! Se si incontrano le suore, potete comunicarlo. Mi dispiace del disturbo, che viene a darvi Nicola, e vi raccomando di mettere tutto a nota.
Verso la fine del mese devo mandare per l'analisi urica. Raccomando che sia fatta da Mazzocca o da Martelli e poi mandarmi il risultato per posta. Tante benedizioni a tutte e a Vitale.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
P.S. Se volete fare benedire da Monsignore la prima pietra, fatelo pure. Per non fare solennità, gli si potrebbe portare all'episcopio una pietra per benedirla, per poi riportarla sul posto. Io però vi lascio liberi di fare come volete, purché non ci siano spese inutili.

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25. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 28 ottobre 1949
Preg.ma Serafina
ho ricevuto il tuo biglietto con lire 250 per una Santa messa per Marcello e lire 50 per Nicola. Ho pure ricevuto i due libretti. Mi meraviglia come la superiora non abbia ricevuto la mia cartolina, che, come di solito, ho spedito subito. Mi preoccupa la richiesta dell'ingegnere. Certo che egli non può conteggiarsi lire 125.000 per un fabbricato che ancora non si sa neppure se si farà. Abbi la bontà di andare tu stessa a parlargli e gli dici che, se può fare la carità di dare gratuitamente un qualche indirizzo per la fabbrica gliene saremmo grati e ne avrà le benedizioni di Dio, altrimenti siamo costretti a fare a meno della direzione dei lavori e rimetterci alla buona volontà di tuo fratello, perché il denaro che abbiamo non ci basta neppure per un terzo del fabbricato e non possiamo permetterci spese di questo genere. Ormai le sue spettanze per il progetto l'ha avute e non ha più che pretendere, dato che noi non ci siamo impegnati per la direzione dei lavori. Quanto a tuo fratello, ci proponga quel ribasso che ci può fare senza perdere e poi i lavori li eseguisca lui, perché se ci affidiamo ad altri è peggio. Solo desidero che si studi bene il progetto in modo da non aver bisogno dell'ingegnere e che sorvegli gli operai, come se si trattasse di casa sua. Quando tornerà Vitale, gli farai intendere questo mio pensiero, in modo da non imbarcarci in tante spese e restare col progetto e senza la casa. Tante benedizioni a tutte.
                                                                Dev.mo in G. Cristo
                                                                Sac. Francesco Caruso

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26. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 9 novembre 1949
Preg.ma Serafina,
è superfluo dire che mi sono dispiaciuto della tua nuova malattia e più ancora di quella della mamma della Colicchio, dato che si tratta di una cosa più grave. Non mancherò di pregare per te e per lei quanto più posso.
Quanto a Vitale, lo preghi a nome mio che metta da parte le furie, perché le opere di Dio si fanno nella calma e noi non dobbiamo voler nulla che sia offesa di Dio. Meglio non far niente che fabbricare sul peccato. Perciò si calmi e vada da Monsignore, perché egli sa come stanno le cose e gliela può ragionare e magari vedere se è il caso di pregare quelli della Commissione di non insistere, dato che ci troviamo nel momento di dover cominciare i lavori. Non è bene che scriva io, perché non concluderei nulla. Se ritarda a ritornare Vitale, puoi andarci tu, ma non è cosa tua. Vitale non può dire a Monsignore che non vuole restituire, perché la restituzione nella lettera è stata messa come condizione per dare il permesso di fabbricare. Hai letta la lettera di Sua Eccellenza? E senza permesso che cosa potremmo fare noi? Abbia, dunque, pazienza, preghi e vada a ragionare, perché non dobbiamo metterci dalla parte del torto.
Quanto all'ingegnere, se ho ben capito, per il progetto non bastano le L. 45.000, ma bisogna aggiungere l'1% su tutti i lavori. Inoltre per assistere ai lavori vuole il 3%; ma ci pensi a che somma favolosa arriveremmo? Io non sono pratico di queste cose, ma mi fa una certa paura anche a pensarlo. Perciò prega Vitale che consulti persone tecniche, per conoscere con chiarezza quello che per simili cose si suole pagare. Non dobbiamo fare le cose alla cieca. Dopo che si sarà saputo quello che si suole dare, allora potremo fare di comune accordo il taglio, di cui egli parla.
Ti restituisco la cartolina contenente il progetto del fabbricato. Mi pare che l'atrio non è coperto, come eravamo rimasti e, se è così, mi dispiace e desidero che, quando si esegue, si faccia coperto.
Di me non so che dirti. Il riposo mi ingrassa e al lavoro non posso mettermi. Ieri e oggi non ho potuto celebrare, perché il medico non vuole che esca col cattivo tempo ed io stesso sento che mi fa male ai reni. Non so che decisione prendere. Mi metto nelle mani di Dio perché Egli decida. Tante benedizioni a tutti.
                                                                Dev.mo in G. Cristo
                                                                Sac. Francesco Caruso
P.S. Non bisogna scoraggiarsi! I maggiori ostacoli sono la nostra vittoria!

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27. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 17 novembre 1949
Preg.ma Serafina,
godo che stai meglio. Certo che dall'analisi non può risultare una guarigione completa in così poco tempo. Io, riguardo al fatto renale, mi trovo meglio, ma mi è sopraggiunto un catarro bronchiale con affanno, per cui mi si rende difficile salire le scale. Quanto alla mamma della Colicchio, credo che si potrebbe fare l'applicazione dei raggi, per causticare il tumore senza operazione, ma si capisce che bisogna consultare il medico, se vale la pena di farlo. Riguardo al milione, ho pure io detto a Vitale che non s’impegnasse per iscritto e che dicesse che si pagherà man mano che si potrà, in modo che non ci possano obbligare a pagare subito. Per l'ingegnere continuate con Apa, sperando che si limiterà nella sua richiesta per come ha detto. Hai fatto male a mettere il mio nome nella bozza del foglio da stamparsi. È meglio mettere “La Direzione”. Perché la gente sa che siamo noi che dirigiamo e non ne viene nessun danno. D'altra parte non bisogna usare due pesi e due misure. Se non abbiamo voluto che apparissero altri nomi particolari, non deve apparire neppure il mio. Con tuo fratello non è bene insistere troppo; se non sarà il 10, sarà il 6, il 7. Quello che può concederci senza perdere di tasca e pagandosi il suo lavoro. Non occorre consultare altri, dato che si tratta di una persona di coscienza e il lavoro ce lo fa bene. Mi dispiace della malattia di Suor Rosaria e prego per lei nella speranza che il Signore la guarisca.
Che dirti della mia venuta? Il medico mi ha detto che avrei bisogno di un clima mite e me ne accorgo pure io, ma come fare a trovarlo? Dove sono i mezzi? Non c'è da fare altro che pregare. Per te ho pregato e tu lo sai che prego sempre. Tante benedizioni a tutte. Se qualcuno t’incaricasse per qualche messa, devi dire che la celebrerò quando mi sarà possibile, giacché non tutti i giorni posso uscire di casa.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                                            Sac. Francesco Caruso

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28. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 17 novembre 1949
Preg.ma Serafina,
Nostro Signore dice che, se il grano di frumento non viene consegnato alla terra e non muore, non può fruttificare. Tutti questi guai, che ci portano una specie di morte, servono per dare vita alla povera opera nostra della Casa dei SS. Cuori. Se nulla soffrissimo, nulla otterremmo. Dunque, in alto i cuori e confidenza in Gesù, che in proporzione dei guai dà la forza per tollerarli. Quanto al bisogno di aiuto, tu lo sai che non ti metto restrizioni. Paga pure qualunque somma e fatti coraggio ad invitare qualche persona ad aiutarti.
Suppongo che l'espresso di monsignor Baldelli debba essere in favore di Vitale. Appena si avrà qualche buona notizia, desidero che tu mi faccia scrivere, perché, da quando ho detto che i lavori si potevano continuare, non trovo pace. Io l'ho detto con la speranza che Apa avrebbe ottenuto il permesso. Ora che desideri andare da Monsignore, vacci con la scusa di pregarlo di benedire la prima pietra. Se dice di sì, gliela porti dopo. Gli chiedi scusa dicendo che eravate in buona fede e che d'altra parte non deve soffrire l'opera per le persone.
Ho partecipato alla cognata il fatto dell'aglio. Ti ringrazia e ti saluta.
L'avvocato ha dimenticato che, oltre le lire 270, ne ebbe altre 700 per atti. In ogni modo, per evitarti disturbi, ti mando la ricevuta e lui faccia come crede. Il denaro versalo a conto del caffè.  A Teresina Procopio, che ha mandato lire duecento per i paralitici, bisogna rispondere. Prendo nota delle tre messe, due per le anime del Purgatorio e una per Francesca. Per il ragazzo ricoverato, fa come credi. Io sto come di solito. Vi prego di dare alla signora Franco il biglietto qui unito. Tante benedizioni!
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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29. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 17 novembre 1949
Mio caro Vitale,
sono contento del colloquio che hai avuto con Sua Ecc.za. Ora mi raccomando di insistere quanto puoi per avere il milione gratuitamente, dato che la Casa si occupa anche dei mutilatini. Se non riesci ad ottenerlo, vuol dire che la Casa lo restituirà, ma non prendere impegni scritti e dici che lo restituirà man mano che potrà. Ciò, non perché si voglia venire meno alla parola, ma per evitare che ci obblighino a pagare subito. Ora sono in attesa della risposta di Mons. Arcivescovo. In ogni modo potete iniziare il lavoro di costruzione. Serafina mi dice che vorrebbe ottenere dal fratello di lasciarci il 10%. Regolatevi di comune accordo, ma non vorrei che egli avesse a perderci, né che il lavoro si affidasse ad altri. Se non sarà il 10, sarà quello che potrà essere. La bozza va bene e poi aggiungici anche il fatto delle L. 10.000. Serafina al posto della “Direzione”, ci ha posto la firma mia. Voglio che si metta “La Direzione”, perché la gente sa che siamo noi che abbiamo preso l'iniziativa. Desidero che nel foglietto non si mettano i numeri, perché altrimenti il collettore si limita solamente a quel dato numero di richiesta di offerte. Per la salute tua mi rallegro; la mia non è buona, anche perché ora mi si è aggiunto un catarro bronchiale con asma, la quale mi dà fastidio e mi impedisce di salire le scale. Spero che non diventerà cronica, se così vuole il Signore. Intanto non so dove abbia la testa e te ne puoi accorgere dallo scritto della presente. Tante benedizioni.
                                                                Dev.mo in G. C.        Sac. Francesco Caruso
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30. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 7 dicembre 1949
Preg.ma Serafina,
sia fatta sempre la volontà del Signore! Vuol dire che Egli vuole che stia qui e dobbiamo volerlo anche noi. Sua Ecc.za non si dispiacerà se io non trovo modo di ritornare. Avevo scritto anche alla Stella e mi hanno risposto che non hanno spazio, sebbene con dispiacere. In gennaio, se il Signore vorrà, ritornerò dalle Ancelle del Buon Pastore e farò come mi sarà possibile. Godo che avete cominciato i lavori e che si deve fare lo scantinato. Alla maggiore spesa penserà il Signore. Voi intanto interessate quante più persone potete (di fiducia) per la propaganda e la raccolta, tanto per dare la nostra cooperazione alla Provvidenza. Resta inteso per quanto riguarda il milione.
Spero che il viaggio di Lauretta con la madre riesca di vantaggio all’ammalata e prego a tale scopo. Se per tua soddisfazione vuoi accompagnarti a loro, fallo pure, ma ricordati che la croce dobbiamo portarla sempre. Forse, sistemandosi le cose nella nuova Casa, soffrirai di meno. La Papucci è un ottimo soggetto e fa bene nell'Azione Cattolica, specialmente ora che è stata nominata presidente diocesana. Lasciamola lavorare in quel campo. Ricordati, però, che io ti avevo espresso il mio pensiero e, perciò, non era il caso di tornare a domandarmelo. Tanti saluti a Vitale e alle consorelle insieme con te.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
Fammi il favore di ringraziare Vitale di quanto ha tentato di ottenere per me.

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31. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 15 dicembre 1949
Preg.ma Serafina,
resto inteso di quanto dici per la tua andata a Roma, ma penso che, come andando a Roma, tu lasci qualcuno a supplirti, così potresti fare per un certo tempo prima di partire, per riposarti la testa, perché, più che questione di medicine, è questione di riposo. Non devi aver paura di incaricare qualche altra, perché, come faranno senza di noi quando moriremo, così per un certo tempo possono fare senza di noi mentre siamo vivi. Cerca, dunque, di vedere come puoi fare, anche se qualche cosa non debba andare perfettamente, almeno per ora. Vuol dire che, quando avremo la casa, le cose potranno aggiustarsi meglio.
Ti ringrazio del caffè, che mi hai mandato, e ti prego di mandarmi il conto dei tre ultimi pacchi. Ho ricevuto le L. 1000 delle Madonnine per i chierici poveri.
Mi dispiace che l'avvocato richiede il regalo, mentre io lo dissi da principio che deve farsi pagare da Marinella, come per legge. In ogni modo, se egli mi esige tutto subito, comprese anche le spese che abbiamo anticipato, ti autorizzo a dargli un piccolo regalo, dopo però esatto tutto. Credo che bastino cinque o seicento lire, ma ti lascio libertà di fare come credi. Vedo però che egli si mostra troppo freddo.
Spero che l’andata a Roma della madre di Lauretta abbia a portarle il desiderato effetto, mentre ne prego il Signore. Tante benedizioni a tutti, compreso Vitale.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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32. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 8 marzo 1950
Preg.ma Signorina,
di tanto in tanto ti lasci prendere dalla tentazione che in mezzo agli altri abbandoni c'è anche quello del tuo padre spirituale. Perché dare ascolto agli altri e non pensare che, così facendo, vieni a mancare di fiducia verso di me? Perché ripetermi sempre le stesse cose? Il significato delle due mie lettere a Monsignor Apa tu lo sai, perché la prima è passata per le tue mani e l'altra non faceva che ribadire che io non ero direttore disciplinare e tantomeno amministrativo, ma solo direttore spirituale. Non è vero dunque che io vi avevo abbandonato, ma è vero invece che io ho continuato a dirigervi come padre spirituale, e non come capo dell'Istituto, perché volevano che prendessi l’impegno del milione e tu lo devi ricordare. Del resto non c'è bisogno che te lo dicano gli altri, perché nessuno sa meglio di te che diverse volte mi hai pregato di voler assumere l'ufficio di capo dell'Istituto ed io ho sempre ripetuto che firmo soltanto come direttore spirituale. Ora, se gli altri vogliono servirsi di questa mia chiarificazione, per dire che io vi ho abbandonato, non ci colpo io. Se poi mi sono mostrato restio un poco a continuarvi la direzione ed ho detto loro di regolarsi secondo il consiglio che avete ricevuto dal confessore in ordine al milione, l'ho fatto solo per farvi stare tranquille, dato che io giudicavo in un modo e voi volevate fare di un altro.
Ripeto fino alla noia che io del milione non ne voglio parlato, perché non ho la convinzione che avete agito bene. Regolatevi, perciò, secondo i consigli di altri, perché non intendo occuparmene. E’ cosa che te l'ho detta a voce e mi dispiace che ad ogni diceria, che senti, torni a ripetere le stesse cose. Abituati a sorridere di fronte a tutte le dicerie e ricordati che fin dal principio ti dissi che se il grano di frumento non marcisce sotto la terra, non può dar frutto. Accetta dunque la sofferenza e non andare vedendo di chi è la colpa, se soffri. Pensa che tutto è permissione di Dio e che io mi trovo, non come te, che devi fare da incudine, ma mi trovo fra l'incudine e il martello. Sia fatta dunque la volontà di Dio!
Non comprare i fazzoletti, perché me li fanno in casa. Ringraziami la Scarpino del denaro dato per le vocazioni. La signora De Caro manda L. 1.000 per i paralitici. Bisogna mandarle la cartolina e un certo numero di stampati per propaganda al seguente indirizzo: Signora Annina De Caro-Pavone (Cosenza) Cetraro.
Tante benedizioni.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
P.S. Con la prima occasione manderò le L. 1.000 della De Caro.

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33. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 15 marzo 1950
Preg.ma Serafina,
bisogna ringraziare e far ringraziare il Signore della buona risoluzione della malattia, perché l'organismo non si trovava in grado di sostenere l'urto di tale malattia. E’ quindi tutta grazia sua. Non posso ancora alzarmi completamente e, dopo alzato, non posso uscire per diversi giorni di casa. È necessario quindi un nuovo ritardo per la celebrazione delle sei e delle tre messe. La volta passata dimenticai di dirti che sono contento del costo della doratura del calice. Tante benedizioni a tutti e grazie della telefonata.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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34. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 19 marzo 1950
Preg.ma Signorina,
La malattia, che ho avuto, è stata la bronchite, che, sebbene per sé non grave, era però pericolosa per la deficienza renale e per la debolezza del cuore. Per oggi speravo di poter celebrare, ma mi sono sopraggiunti i dolori artritici, che m’impediscono di camminare. Ne sia ringraziato il Signore, che si degna di castigarmi in questo mondo per evitarmi i castighi dell'altro! Godo che Vitale è partito e che ha portato con sé il mio calice. Spero che farà tutto di buono. Ricambio i saluti alla Vasapollo e a tutte le altre e ti prego di ossequiarmi le signore Spasari e partecipare a loro le mie notizie. Le funzioni del cuore sono migliorate, ma c'è ancora da pregare. Tante benedizioni a tutte.                                                              
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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35. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 30 marzo 1950
Preg.ma Serafina,
i dolori, grazie a Dio, sono diminuiti, ma ancora non mi sento bene, quantunque abbia già ricominciato a celebrare la Santa Messa. Ho tutte le cicale del mese di luglio nella testa e il cuore di tanto in tanto dà degli sbalzi. In queste condizioni ben poco potrei fare, se venissi costì. Speriamo che, finendo la cura, le cose miglioreranno. È vero che si sono ripresi i lavori del seminario? Godo che quelli della Casa dei SS. Cuori progrediscono ed auguro sempre meglio. Continua a sorridere e a confidare nei SS. Cuori, sempre che gli altri cercano di scoraggiarti. Dopo tutto l'opera non è per te, ma per gli infelici. Godo di tutte le buone notizie riguardo a Vitale e gli raccomando di continuare a vigilare, perché degli uffici non bisogna fidarsi. Il calice lo faccia dorare anche per L. 2000.
Per la signorina aspirante a domenicana, non posso far niente, perché credo che mi sia scaduta la nomina, che ho lasciata a Pontepiccolo. Che preghi e la faremo dopo.
Ringraziamenti alla fanciulla Lucà. Il bambino di Marcellina credo che si potrebbe ricevere in via provvisoria, dato che i soli piedi ha storpi e che ciò non gli impedisce di camminare ed ha già quattro anni, senza farti il viaggio fin lì. Grazie a te e a tutti degli auguri! Io non desidero altro che amare la volontà di Dio. Considero le condizioni della madre di Lauretta e della famiglia e prego di cuore per loro.
Se verrà Nicola, vi manderò le lire 1000 della signora De Caro. Le hai spedita la cartolina e gli stampati per propaganda? Vuol parlarne a Cetraro dove si trova. Se viene Michelina, le ricordi che io combatto sempre con medici e medicine ed ho bisogno del denaro. Tante benedizioni a tutte. Messe ne ho poche ora e perciò, se te ne danno, le puoi accettare. Ho scritto a stento.                                                                Sac. Francesco Caruso

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36. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 7 maggio 1950
Preg.ma Serafina,
lodiamo, benediciamo e ringraziamo i Sacri Cuori di Gesù e di Maria, che hanno voluto darci la consolazione di vedere rappacificati la Casa loro con l'Ecc.mo Mons. Arcivescovo! Credimi che, più che l'acquisto del milione in favore dell'Istituzione, mi rallegra l'avvenuta pacificazione, perché io non potevo neppure pensare che si dovesse essere in urto con la maggiore Autorità Ecclesiastica della Diocesi. Ora conviene ringraziare Sua Ecc.za e, come egli stesso ha detto, non parlare più dell'increscioso incidente, altrimenti privereste la Casa dell'assistenza divina. Andandoci, potrete dirgli che anche io lo ringrazio, perché col suo atto di generosità ha liberato la Casa  dei SS. Cuori da un grande incubo. Il Signore certamente lo ricompenserà. Godo delle altre notizie riguardo al sussidio della Provincia e riguardo alle notizie richieste dal Governo. Dopo le tenebre, il Signore fa splendere la luce! Non dobbiamo però credere che ciò sia merito nostro, giacché, se fosse per i nostri meriti, l'opera dovrebbe essere distrutta. Dici anche a Vitale che si umilii molto di fronte a queste grazie che avete ricevute e che non si glorii della sconfitta che hanno avuto quelli della altra parte. Non siete voi, che avete vinto, ma il Signore. Perciò a Lui solo onore e gloria!
Riguardo all'ingegnere, contentatevi di quello che avete potuto ottenere.
Delle tue sofferenze, come delle mie, mentre me ne dispiace, provo anche una certa consolazione, perché in ciò vedo un segno certo che il Signore ci ama e vuole bene anche alla Casa. Se non ci amasse, ci darebbe godimenti in questo mondo, mentre noi non ne meritiamo. Invece ci castiga in questo mondo, perché ci vuole salvi nell'altro. Ciò però non toglie che tu devi curarti. Una volta eravamo rimasti che dovevi fare l'operazione e poi non se n'è parlato più. A me sembra che, non facendo l'operazione, ti metti nel pericolo di morire sotto un eccesso di colica. Perciò, giacché il dottor Romano ti disse che l'operazione si può fare, mettiti nelle sue mani e nelle mani di Dio. L'operazione è meglio farla subito, perché poi viene il caldo e si soffre di più. Perciò preparati tutte le cose della casa tua e della Casa dei SS. Cuori e sottoponiti all'operazione. Io ora mi sento un po' meglio, grazie a Dio. Resto inteso per quanto riguarda il cieco di Crotone e la cartolina spedita alla Melina.
E’ inutile dirti che il tuo pensiero di voler preferire la ricevuta alla dispensa generosa di Monsignore sarebbe una stranezza. Perciò non ci pensare più. Pensa invece a sottoporti con tranquillità all'operazione, perché sarebbe pericoloso rimandare, come per il passato.
Accetto il caffè, che mi hai mandato, ma con la condizione di farmelo pagare, perché non è roba tua. Tante benedizioni a tutti.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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37. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 5 giugno 1950
Preg.ma Serafina
ho riflettuto bene riguardo alle voci che sono in giro circa la Casa dei SS. Cuori. E’ giusto che si provveda nel modo più sicuro all'avvenire della Casa. Penso, perciò, di mandarvi la presente bozza di Testamento da farsi in quattro esemplari, firmati da tutti quattro voi.
“Noi qui sottoscritti, leghiamo e lasciamo vicendevolmente tra di noi e al futuro Consiglio Direttivo (da nominarsi dall'Arcivescovo di Catanzaro) il suolo edificatorio e la Casa di Carità che sta sorgendo e quanto le appartiene.
Catanzaro, 6/6/1950
Firmati:    Vitale ecc…..”

Fate vedere detta bozza ad un avvocato di coscienza, dopo di averla fatta ricopiare da Vitale a mano. Lasciare a persone determinate con l'obbligo di adibire il tutto per la Casa dei SS. Cuori, non vale, perché non si può lasciare per interposta persona. Forse l'avvocato crederà opportuno di togliere le parole “ al futuro Consiglio Direttivo ecc…”. In caso, toglietelo e lasciate il resto. Tante benedizioni.                  Sac. Francesco Caruso

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38. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 5 giugno 1950
Preg.ma Serafina,
ho pensato di scrivere una nuova bozza del testamento, ma anche questa presenta una difficoltà, perché, mentre è firmata da quattro persone, chi scrive è una. Perciò, fate queste difficoltà all'avvocato e, se dice che non si può fare, che cioè non è una forma valida, fatela del tutto col notaio.
“Noi qui sottoscritti leghiamo e lasciamo vicendevolmente tra di noi il suolo edificatorio e la Casa, che sta sorgendo, in località Madonna dei cieli, e insieme con tutto ciò che le appartiene. Catanzaro……………….
Firmati…..............................................”.
Ho tolto il resto, per evitare la tua preoccupazione riguardo all'avvenire. Così restate voi quattro padroni e poi, quando restano due soli dei firmatari, dovete di nuovo rifare il testamento e così sempre fino a che non ci sarà l'approvazione della Santa Sede, senza la quale non ci potrà essere quella del Governo, trattandosi di Istituzione sacra. E come si fa allora a salvare la Congregazione dei Terziari Domenicani? Si può cominciare pregando Monsignore a darvi il permesso orale di vestire poi altre donne, giacché non vale la pena iniziare la fraternità degli uomini con uno solo e di autorizzare a raccogliere con voi altre giovani e, quindi, a cominciare il probandato, dopo sei mesi il noviziato e poi la professione. Se Monsignore trova difficoltà per il permesso scritto, contentatevi di quello orale. Per la professione non è necessario che sia costituita prima la fraternità; resta costituita al momento della professione. Per una formula di professione potete servirvi di una pagella di quelle delle Ancelle del Buon Pastore.
Alle due superiore ricordate che, se non hanno ancora fatto il testamento, è necessario che lo facciano quanto prima; testamento in favore di due o tre suore delle migliori, in fatto di spirito religioso, affinché non succeda anche in caso di morte l’Istituto rimanga senza niente. Me le saluti tanto e dici che attualmente non c'è nessuna speranza che io torni a Pontepiccolo e che le suore alle quali debbono testare non è necessario che siano professe. Ringraziamenti e saluti al carissimo D. Gentile. Pregherò per lui ed egli preghi per noi. Ho mandato per il parere del dottore locale e ancora aspetto.
Nel testamento non si può fare menzione di quello che dici tu e Vitale, perché è contro le leggi civili. Anche le due madri hanno dovuto comprare senza accennare allo scopo e, perciò, io ora insisto che facciano il testamento. Non aspettare più a lungo per la tua operazione. I conti non sono necessari, perché tanto le somme ricevute risultano da altri elementi e poi, se Romano dice che l'operazione si può fare, perché avere tante paure? Appena passa la febbre a tuo fratello, operati.
Ho ricevuto le medicine e con la prima occasione ti mando i soldi. Tante benedizioni a tutti. Sono stanco.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
Tanti saluti da mia cognata.
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39. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 17 giugno 1950
Preg.ma Serafina,
sono quasi agli sgoccioli per i soldi e mi dispiace che Michelina ancora non ci ha creduto. Ti prego di volermi aprire un conto sulle dette L. 10.000, per pagare le medicine. Se Michelina non paga, pagheranno i miei di famiglia. Volevo mandartele con Agostino, ma ormai mi accorgo che la mia borsa vien meno, ma mi affido, come di solito, alla Provvidenza. Godo che tuo fratello sta bene. Resto inteso della sua decisione riguardo all'operazione.
Mi sembra di sognare: l'altro ieri si pensava a darmi l'olio santo ed oggi sono di nuovo qui a scrivere, ma con poca forza. Ho scritto perciò al dottore Gentile se mi può prescrivere una cura per evitare queste frequenti bronchiti. E’ ormai la quarta volta! Tante benedizioni a tutti! Dove va a finire il progetto di abitare in Madonna dei cieli, se ancora il Governo risponde?
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
P.S. L'analisi urica, grazie a Dio, va piuttosto bene e prevedo che sarà lo stesso per l'azotemia.
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40. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 18 giugno 1950
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto le camicie delle suore. Non posso assolutamente condividere il parere del dottor Mazzocca riguardo all'origine dei miei attacchi. Gli attacchi nervosi si hanno in seguito a qualche dispiacere. Io in quel momento ero calmissimo, né ci sono state stirature od altre simili manifestazioni nervose. La mente era lucida e solo mancava la corrispondenza tra quello che concepivo con la mente e quello che volevo proferire. Il mio medico mi dice che era effetto della febbre. Io penso invece che è effetto della mia inveterata atonia intestinale, peggiorata con l'uso dei sali purgativi, che ora purtroppo sono una necessità. Domanda che cosa ne pensa il dottore Gentile?
Ieri ti scrissi un'altra lettera, ma parte pure oggi. Bada che non voglio visite straordinarie di medici. Mi bastano le visite ordinarie e le consultazioni degli amici. Tante benedizioni a tutti.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
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41. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 23 giugno 1950
Preg.ma Serafina,
il Signore contempera le gioie con i dolori. Stanotte ho avuto una forte diarrea e temevo che mi venisse la febbre, ma, grazie a Dio, ora mi trovo bene. Grazie al dottore Gentile per la sua prescrizione! Domani comincerò le iniezioni, non potendole cominciare oggi a causa del disturbo viscerale che ho avuto. La gamba sembra ormai completamente guarita, però mi è rimasto un po' di gonfiore alla pianta del piede, dalla parte superiore. Tutto il resto del gonfiore è sparito in seguito alle pillole di Provenaise Midy.
Che debbo pensarne? Ammetto tutto, le ragioni di tuo fratello e degli altri. Solo ci vedo l'impossibilità per me di entrare nella Casa di carità. Sia fatto quello che vuole il Signore!
Ricambio i saluti a Paola e a tutti gli altri. A Michelina scrivi e dici che sono molto dispiaciuto.
Oggi non ho potuto prendere niente. Spero di prendere qualcosa stasera. In questi giorni ho fatto diversi strappi, mangiando la carne di colombo più volte. Ma non ne potevo proprio più con lo stomaco. Il barattolino di cedro non è indicato per me. Grazie di tutto il resto! Se otterrò il permesso di celebrare in casa, potrò celebrare qualche Messa. Tante benedizioni a tutti. Dev.mo in G. C.     Sac. Francesco Caruso

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42. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 29 giugno 1950
Preg.ma Serafina,
resto inteso per quanto riguarda il gonfiore della gamba. Delle iniezioni di Eucaliptina, manda un’altra scatola di 10 e così completeremo la cura, dato che mi sembra che facciano bene ai bronchi. Mandami pure Caramina flac.1, Scillaren flac.1,  Chinuryl semplice scatole 2, Elmitolo tub.2, Sali Boario, flac,1. Ti accludo anche una ricetta, che è per mia nipote Franceschina, e me la restituisci.
E’ possibile che costì non si trovi nessuno, che voglia entrare nella nuova Comunità? Bisogna far capire che non si tratta di semplici signorine, ma di una vera Comunità religiosa. In tal modo potresti trovare qualche elemento per segretaria. Quello che ti ho scritto  riguardo alla domanda da farsi al padre promotore, non intendevo che si facesse subito, ma per quando si dovrà fare.
Per continuare la nota, fai come puoi. Non mandare più né aranci, né limoni, perché, grazie a Dio, mi sento meglio. Spero che Michelina pagherà, ma tu metti tutto in nota e, se non pagherà lei, pagheremo noi. Il Papa mi ha regalato una veste e perciò avrei bisogno di naftalina, perché non mi si rovini. Tante benedizioni a tutti e saluti al dottor Gentile.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
P.S. Per Nicola mi bisognano due scatole di calcio di Wasserman.

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43. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 18 luglio 1950
Preg.ma Serafina,
ringraziamo il Signore di avere il permesso di celebrare la S. Messa in chiesa! Le gambe, però, sono ancora molto deboli e le vene varicose si fanno un po' sentire, ma non mi impediscono di recarmi in chiesa piano piano. Riconosco le tue buone intenzioni nel voler venire qui, ma nella lettera ti sei spiegata molto bene. Non devi avere preoccupazioni! Spero che dal preventivo dell'ingegnere risulterà che la spesa sarà possibile. E poi con tutte le relazioni che ha Vitale, non è possibile trarre un piccolo debito, magari impegnando lo stesso fabbricato? Finora non avevate niente al sole, ora avete un fabbricato in costruzione. Se potesse anticipare il necessario tuo fratello stesso, si potrebbe fare mediante una carta impegnativa sul fabbricato stesso, obbligandovi a pagare un moderato interesse. Certo non si può aspettare che prima arriva il denaro e poi continuare i lavori. Anche per te mi dispiace perché si risolverebbe la questione dell'aiuto.
Mi dispiace pure delle contraddizioni a cui vai incontro, tanto più che anche io contribuisco ad accrescertele, ma in certi casi non se ne può fare a meno. Ho detto che voi altre vi mostrate favorevoli a Vitale, nel senso che dovreste essere più energiche nell'opporvi alle sue vedute non sempre giovevoli all'Istituto. Comprendo che voi siete donne e tutta la pasta l'ha in mano lui, ma su questo bisogna pregare molto, perché l'inconveniente potrebbe perpetuarsi. E’ anche questa una delle ragioni perché vorrei essere presente nella Casa.
Giacché Michelina non risponde, è bene fare il conto, perché non voglio che il debito si prolunghi di più. A questo proposito desidero che, capitando dalla signora Lucà, tu dica che ho ricominciato a celebrare e che perciò, se vuole mandarmi altre messe, me le può mandare. Se il denaro lo dà a te, servitene per pagare le medicine insieme al denaro delle altre messe. Vorrei che mi venisse mandato al più presto il mio calice, dato che ora ho il permesso di celebrare in casa. Ho incaricato le suore del Buon Pastore che ti portino la mantellina d'estate per mandarmela qui, ma devono portartela loro.
Se ti capita qualche buon manuale di meditazione per suore è bene prenderlo per averlo pronto quando saremo nella Casa. Per la lettura spirituale possiamo imprestarci uno dei tanti manuali che hanno le Ancelle del Buon Pastore. Vi raccomando con le mie povere, ma tanto povere, mie preghiere, con la speranza che il Signore ti darà gli aiuti che ti occorrono. Tante benedizioni a tutti.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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44. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 2 agosto 1950
Preg.ma Serafina,
ieri, preoccupato della questione dei mutilatini, non feci caso del contenuto della bozza del testamento, ma ora, avendoci riflettuto, mi pare che detta bozza non rifletteva il pensiero mio. Infatti mi pare che ciascuno non disponeva a favore degli altri tre di voi, ma disponeva a favore della Casa dei mutilatini, ciechi e paralitici; ossia avrebbe fatto un testamento nullo, dato che la Casa dei SS. Cuori non è riconosciuta. Perciò, ora fammi la carità di andare tu stessa dal notaio e dirgli che voi quattro intendete fare un contratto, cioè intendete tenere in società l’edificio in costruzione in modo che, morendo uno di voi quattro, il morto possa essere sostituito dai rimanenti e così stiamo senza pensiero riguardo ai parenti di ciascuno di voi. Questo intendevo dire nella bozza, che vi mandai la prima volta. Va tu stessa dal notaio, così non c'è pericolo di ritardi, né di malintesi. Tante benedizioni.                                                    
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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45. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 8 agosto 1950
Preg.ma Serafina,
grazie a Dio, mi sento un poco meglio, mediante una cura di iniezioni che sto facendo, e spero di andare bene. Non devi scoraggiarti riguardo all’ultima rifinitura di conti che deve fare l'ingegnere. Si tratta di una cosa approssimativa e credo che tuo fratello può determinare da sé se si possono cominciare i lavori. Anche se i 3 milioni del Governo arrivano, non si deve recedere dalla determinazione presa, perché, anche arrivando i milioni, non si sa mai quando la Casa potrà essere abitabile. E poi, se hanno promesso un contributo, non daranno certamente 3 milioni. Se ho detto che vi sarò di peso, l'ho detto pensando ai miei straordinari acciacchi, che richiedono una continuazione di disturbi. In ogni modo speriamo che mi sentirò discretamente per grazia dei SS. Cuori di Gesù e di Maria e per potervi almeno avviare ad una buona formazione religiosa, perché mi dispiacerebbe che voi doveste essere suore da strapazzo. Resto inteso per quanto riguarda il testamento. Per le sante messe della Currà, dici che non mi mandasse vaglia, ma che ti desse il denaro e poi lo terrai per le medicine. La lotteria sarebbe buona, ma per le condizioni, in cui vi trovate, dico di non farla, se non vi è qualcuno che prenda l'impegno di far tutto. Se no, ti carichi di lavoro e non puoi andar avanti. Vedi come ti aiuta Vitale? Resto inteso per quanto riguarda i conti. Tante benedizioni! Ho ricevuto la mantellina.       Dev.mo in G. C.             Sac. Francesco Caruso

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46. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 29 agosto 1950
Preg.ma Serafina,
la bozza della scrittura privata in genere va bene. Non capisco però che cosa voglia dire con la parola sottolineata: unitari, aggiunto a prezzi. Fattene dare spiegazione. Inoltre l’aggiunta: “Il ritardo non potrà superare i sei mesi” non si sa se si riferisce al primo o al secondo ritardo. Nel caso si riferisse al ritardo dopo cominciato a pagare gli interessi, voi dopo sei mesi di interessi sareste obbligati a pagare la somma come se questa condizione degli interessi non ci fosse stata, se non soltanto per sei mesi. La miglior cosa è di non mettere affatto questa aggiunta, perché tanto, se si riferisce al primo ritardo, la cosa è già sufficientemente espressa al suo luogo. Non vorrei che inconsciamente vi obbligasse a non poter continuare a pagare il 5% anche dopo i sei mesi.
Mi dispiace che non ha potuto continuare tuo fratello. Molto più mi dispiace delle condizioni in cui si trova la moglie. Forse fra poco mi troverò anche io nelle medesime condizioni. Ora mi sento assai male coi reni e perciò ho mandato a fare l'analisi.
Godo della guarigione della Franco e non mancherò di pregare per sua sorella.
Ritornando alla bozza, tu vorresti che i sei mesi fossero prolungati ad un anno. Tenta di ottenerlo, ma sempre per il primo ritardo; per il ritardo riguardo agli interessi deve essere indefinito. Non mi pare che dopo finito il piano inferiore, vi lascino liberi a fermarvi, perché in base al contratto deve essere finito tutto. Puoi tentare di ottenerlo prima di fare il contratto. Per Roma sembra anche a me necessario che Vitale si rechi personalmente.
Non mancherò di scrivere a monsignor Bracale, dopo che mi avrai mandato l'indirizzo.
Alla suora non posso rispondere, perché in questo momento non mi fido. Spero di risponderle fra qualche giorno. Per lo stesso motivo non posso farti la lettera di propaganda. Vedi se te la fa Bonapace. Tante benedizioni.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
P.S. Mi pare che nella nota delle medicine avevo messo due scatole di Chinuryl. Se ne hai pagato una, lascia correre; se ne hai pagato due, fatti dare l'altra. Se l’avete pagato, dimmi quanto debbo mettere al conto, che l’aggiungo a quello delle medicine.
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47. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 12 settembre 1950
Preg.ma Serafina,
mi dispiace che ancora non ti sei pienamente rimessa. Io continuo a trascinare le mie croci, ma ho bisogno di aiuto straordinario del Signore, specialmente per quanto riguarda il fuoco che mi arde nella vescica, di giorno e di notte. Sembrava che si fosse attutito con le iniezioni, ma ora ricomincia a farsi sentire.
Commetterei una sciocchezza se scrivessi all'ingegnere e al signor Merlo, perché se non hanno tenuto conto di me prima della firma del contratto, tanto meno ne potrebbero adesso che il contratto è firmato. D'altra parte, se il signor Merlo avesse avuto intenzioni serie, avrebbe acconsentito il cambiamento del contratto. Rivolgiti perciò a Vitale. Egli ha fatto i pasticci ed egli li deve riparare. Non firmo la petizione al Papa, come non firmerò nessun altro documento. Egli si rivolge a me quando ha bisogno della mia firma e poi prescinde di me, quando la mia parola dovrebbe avere il suo peso per evitare guai all'Istituto. Inoltre la domanda è tutta una menzogna ed io non posso firmare sue bugie, oltre che egli rimane nell'idea di far risaltare i mutilatini e non riflette che anche il Papa sa meglio di noi che i mutilatini di guerra sono già stati collocati da un pezzo in altri istituti e sono stati da lui in pellegrinaggio. Non mi hai mandato l’indirizzo di Mons. Bracale. Se andate a trovarlo, gli dite che io avrei voluto scrivergli per ringraziarlo, ma che voi vi siete dimenticati l’indirizzo. In ogni modo, che lo ringrazio assai e prego per lui. Non voglio neppure che altri imitino la mia firma; altrimenti scriverò alla Santa Sede, perché non voglio che si strappi denaro dal Papa con inganno. Abbiamo ricevuto la veste ed Enza dice che, se capita l'occasione di comprarne un'altra, deve essere più larga e più lunga. Il cappello me lo porta un mio compaesano; la misura delle calze è numero 6 e1/2 o al massimo 7.
Grazie del caffè, ma io non vorrei che ciò avvenisse con tanta frequenza.
Il resto delle L. 1000 non c’era nella lettera. Resta per l'altra veste, dato che ne vogliono un'altra sola. Tante benedizioni a tutti.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
Se capiti dalla Lucà, dici che ho pregato per lei e che spero di sentire che è guarita.
Desidero sapere se le suore di Pontepiccolo ti hanno dato il giornaletto contro il comunismo e nel caso affermativo fino a quanto te l'hanno dato perché debbo propagarlo. Fammi il favore di mandarmi due scatole di Euproctil, se è possibile prima di partire per Roma. Due tubetti di elmitolo e due scatole di Clinuryl (semplice). Quando ritornerai da Roma, piacendo al Signore, salderò tutto il mio debito, perché ho già pronto il denaro. Parimenti, quando ritornerai da Roma, dovrai farti l'operazione. Bada che sono tante volte che te lo dico e non vorrei che succedesse come per il debito dei 3 milioni. Non insistere per le lettere all'ingegnere e al signor Merlo, né per la firma alla petizione al Papa perché non posso farlo.

48. lettera
I.M.I.D.                                                                                            Gasperina, 13 ottobre 1950
Preg.ma Serafina,
pensavo già che qualche cosa doveva essere successa. Mi dispiace tanto della morte di tua cognata, non solo per lei ma anche per tuo fratello e per il resto della famiglia. Domani, piacendo al Signore, applicherò la Santa Messa in suffragio dell'anima sua e per il bene di tutta la famiglia, affinché il Signore dia loro specialmente la rassegnazione. Mi dispiace anche della tua caduta, ma ringrazio Dio che non ha permesso un male maggiore e te la sei cavata solo con contusioni e dolori. Io pare che vado migliorando riguardo ai reni, ma non posso dirlo certo, se non sarà fatta di nuovo l'analisi. Mi tormenta, però, orribilmente il fatto della vescica. Godo che i lavori proseguono e che Gentile ha portato buone notizie da Roma. Speriamo e preghiamo che il ministro firmi la pratica per la concessione del sussidio.
I cartoncini non va bene farli, dato che già li solevano fare le Dame. Anche voi vi sareste dispiaciute, se vi foste trovate al loro posto, anche col cambio della dicitura. Forse sarebbe bene che alcuni di voi tenessero in mano le cartoline, raffiguranti la Casa dei SS. Cuori e chiedere per la fabbrica, dicendo che i paralitici e i ciechi pregheranno per i loro defunti, ma un granché non si otterrebbe. Ciò nel Camposanto, s’intende.
Non mancherò di celebrare quanto prima le otto sante messe.
Mandami, quando hai occasione, due scatole di Chinuryl (semplice) e due tubetti di Elmitolo. Nei primi di novembre deve venire Agostino per le analisi e in quell'occasione ti manderò il saldo del mio conto, se me lo manderai in tempo.
Tante benedizioni a tutti, mentre prego per tutti.
Spasari nella sua lettera mi assicura che continuerà a dare tutto il suo interessamento per la Casa dei SS. Cuori. A Spasari avrai la bontà di mandare la lettera qui acclusa.
                                                                Dev.mo in G. C.          Sac. Francesco Caruso

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49. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 29 ottobre 1950
Preg.ma Serafina,
ti scrivo per mezzo di mio fratello perché sono da tre giorni a letto con febbre e dolori per le iniezioni. Si vede che tu, Vitale e le altre non volete il mio bene e perciò cercate di mettermi avanti dove io non posso, che sono malato di nervi e uno come me non può prendersi il lusso di tagliare nastri di una pubblica inaugurazione. Come è possibile che in tanti anni non mi avete ancora conosciuto? Del resto nella Regola è scritto che il padre spirituale deve essere l'anima dell'opera e che non deve occuparsi di tagliare nastri. Non posso aderire al tuo pensiero che l'ingegnere abbia fatto tutto per togliere tuo fratello. In ogni modo, se ha mancato, se la vede con Dio. L'acqua passata non macina più. Mi hai detto che, quando porterete le robe, Vitale dormirà lassù e questo non mi pare abbastanza (prudente), perché a uno solo possono fare qualsiasi malcreanza, oltre che la dispensa è nello scantinato. Quindi i ladri possono fare i propri comodi senza che Vitale se ne accorga. La domanda a Monsignore deve essere firmata da voi quattro. Quella al Padre Provinciale deve essere fatta dal padre promotore, che se non è il padre Barillaro sarà certamente un altro. Quindi scrivetegli; qualcuno risponderà. A suor Agnese gli ho scritto io che non pensasse più ad entrare nella nostra casa e così devi rispondere anche tu. Per il Direttore del Terz'Ordine trovate una qualsiasi e fategli dare il diploma, dato che il mio non vale più. Per Vasapollo pregherò di tutto cuore, ma non posso dare una decisione sulla sua venuta o meno. E dei milioni non mi avete detto più niente? C'è il pericolo che siano rimasti per strada. Mi dimenticavo che ho pure un po' di tosse, ma non credo che si tratti di bronchite. Tante benedizioni a tutti.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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50. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 27 novembre 1950
Preg.ma Signorina Serafina,
l'insistenza dolce su quanto ti ho scritto mi ferisce di più di quanto mi ferirebbe una insistenza aspra. Non credevo che del mio operato dovessi rendere ragione se a Pontepiccolo ho fatto quello che non intendo fare nella Casa dei Sacri Cuori. Se dovete continuare così anche dopo la mia entrata nella Casa dei Sacri Cuori, è meglio liberarmene del tutto, perché io non mi fido di cozzare contro le volontà di tutti voi.
La febbre dipendeva realmente dalle iniezioni, tanto vero che, quel giorno che ti scrissi, il male era in risoluzione, ma in seguito è subentrato il catarro bronchiale con minaccia di bronchite, per cui sto prendendo i sulfamidici.
Godo della notizia riguardante l'arrivo dei milioni e mi auguro che tutto il resto sia facile. Mandami le medicine… Tante benedizioni a tutti e scusatemi del mio parlare un po' risoluto perché certo, venendo costì, nella parte spirituale non voglio trovare intoppi; la parte temporale la vedrete tra voi; io posso solamente dare il mio parere. Devotissimo in G. C.
                                                                           Sac. Francesco Caruso

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51. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 19 aprile 1951
Preg.ma Serafina,
tu ti sei dimenticata di parlarmi dell'inaugurazione della Casa dei SS. Cuori ed io te lo torno a ricordare. Se non sei andata da Monsignore, portagli la lettera, che qui ti accludo; se sei andata, tornaci, perché le parole di monsignor Fares mi sembrano importanti.
Per il medicinale che manca, aspetto. A Turrà dici che io ho scritto così, non perché mi sia offeso della ricevuta richiesta, ma perché non mi fidavo e scrivo a stenti. Quando starò bene, non mancherò di scrivere tutto quello che vogliono.
Mons. Fares mi ha detto anche che, se sarà il caso, si potrà cominciare con una Congregazione Laicale e poi col tempo chiedere alla Santa Sede il permesso dei voti. Questo non ho creduto opportuno di dirlo a Mons. Fiorentini, altrimenti avrebbe colto la palla al balzo e avrebbe detto senz'altro di cominciare con la Congregazione Laicale.
Mi ha scritto P. Bertucci e mi ha mandato l'approvazione del Consiglio con tanti ossequi e ringraziamenti anche per te. Si era dimenticato di rispondermi.
Suor Agnese mi ha scritto che, oltre la De Leo, c'è anche un'altra giovane, la quale non sa né leggere né scrivere, ed una ragazza di 12 anni. Sono tutte povere, ma il necessario corredo possono portarlo. Io risponderò che quella che non sa scrivere, deve cominciare subito ad imparare qualche cosa, altrimenti non potrebbe neppure fare il probandato; per quella di 12 anni, dirò che la lascino crescere ancora un poco, altrimenti non capirebbe neppure l'impegno che prenderebbe entrando nella nostra casa e che intanto cerchi di frequentare il più possibile i sacramenti e che continui ad istruirsi, possibilmente pigliandosi la licenza elementare.
Ti accludo anche l'approvazione del Consiglio, perché è meglio che la conservi tu.
Parrotta ha cominciato a tenere le adunanze di Consiglio? Che cerchi di dare incremento al Terz'Ordine e, se è possibile, che faccia un'istruzioncina catechistica ed ascetica ogni domenica, dopo l'ufficio. Non si dimentichi di parlare delle vocazioni domenicane. Tante benedizioni a tutti!                                          Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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52. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 30 maggio 1951
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto le medicine, i frutti e le zucchine e la camicia. Te ne ringrazio, ma ti raccomando di non mandarmi più frutta, né zucchine, perché se ne trovano qui e quindi è un'inutile spesa per te ed inutile incomodo per i viaggiatori. Quanto a Lauretta, dici che, se non accetta di essere pagata, è un'offesa, che fa a me credendomi ingiusto, tanto più che io ho occasione di incomodarla spesso. Adesso, per esempio, devo mandare l'altra veste, per aggiustarla e, se non si paga, io non posso avere il coraggio di mandarla. Dunque, che si paghi e si paghi tutto! Mia cognata dice a Lauretta che della lama sporca ne vogliono a lire 500, contrariamente a come dicevano prima. Non credo che convenga prenderla, dato che è troppo sporca. In ogni modo, se la vuole, dica quanto ne vuole. Anche io, più di tutti, devo ringraziare il Signore per l'assenza della febbre. Sono però sempre sofferente per gli altri guai. Segno la S. Messa per la defunta Antonietta. Per quelle di Turrà, aspetto. Per Vitale ho parlato chiaro. Non è che non devo fare il regolamento, che si può dire già fatto, ma voglio che al regolamento preceda la persuasione, senza che io mi basi su questa, perché le cose le so tutte anche troppo. Continuate a pregare. Credo che sia bene a cedere riguardo alla Ditta, perché, se la pigliate con le cattive, può essere peggio.
Per suor Agnese può rispondere che, se vuole servire Dio, non deve stare alla dipendenza di quelli di famiglia e, perciò, che deve assoggettarsi all'abito comune. Sarà questa anche una prova. Manda una scatola di Myokorubin da 1 cc. E un’altra di Aminofillina da 2 cc. Se le scatole non sono da cinque fiale, non importa, perché tanto sono iniezioni che debbo continuare. Tante benedizioni a tutti.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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53. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 15 giugno 1951
Preg.ma Serafina,
avrei voluto scriverti prima per sapere come sei andata con la tua indisposizione, ma non l'ho fatto perché aspettavo Teresina Procopio, per parlare con lei; e solamente ieri sera ad ora tarda ho potuto parlarle. Godo che, a quanto lei mi dice, non si tratta di un'indisposizione grave; ho pregato e spero che all'arrivo della presente ti trovi già guarita. Suppongo che avrai già consegnata la mia lettera a Vitale, senza le solite reticenze, che sarebbero contro l'obbedienza, e che egli l'abbia appresa bene. Bisogna pregare molto che i SS. Cuori gli aggiustino la testa e, se non vi ha chiesto il consenso per il monumento precedentemente ed ora non ha adempito a quanto gli ho prescritto nella lettera, fate tutte tre protesta dicendo che smentirete quanto ha scritto sul giornale, se egli stesso non rimedia.
Sono senza applicazioni di messe, ma ne sono contento, perché così ho potuto celebrare delle messe per i miei. Se ce ne sono, dammi comunicazione. Turrà, poi, non mi scrisse. Vorrei sapere la data della firma dell'Arcivescovo riguardo alla proroga di un anno, perché dobbiamo regolarci per quelle che debbono entrare nella Casa, affinché si trovino in tempo per il probandato, se Monsignore ci concede di farlo. Che ha fatto Suor Agnese?
Io ringrazio il Signore che ho potuto celebrare la Santa Messa, eccetto un giorno, pur restando nel crogiuolo della tribolazione.
Per non sembrare che hai letta la mia lettera indirizzata a Vitale, domandagli che cosa dicevo in detta lettera e poi digli che converrebbe rispondermi subito per mia consolazione.
Tante benedizioni a tutti!
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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54. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 30 giugno 1951
Preg.ma Serafina,
non sei tu che mi hai fatto soffrire, ma la volontà di Dio, che per i miei peccati mi ha posto in questa condizione. Stamattina ho sofferto anche nel dire la Messa.
Godo che il notaio ha preso la cosa a cuore e spero che farà un atto regolare per la vostra sistemazione. Non mancherò di pregare anche per Vitale.
Grazie degli auguri dell'Arcivescovo, al quale bacio il S. Anello.
Prima del 15 agosto ti farai dare da suor Teresa Napoli i registri delle Penitenzierato e i certificati di rendita per esigere i censi degli eredi di Evelino Marincola Lire 13,30 all'anno; similmente L. 4,00 di Beatrice Bianchi; L.12,74 di Nicola Leone; L. 76,50 di Titina Tronca fu Tommaso; L. 10,62 di Eugenia, vedova Curcio ed altri;  L. 1150 di Brutto Raffaele di Gagliano. Dal Registro si rilevano le annualità non pagate. Rilevate le annualità, si fa la ricevuta a nome mio e tutte le ricevute si possono dare al nipote della f.m. del parroco Mazzocca, il quale è solito esigerli, facendosi dare dai censuari il compenso, oltre il censo. Poi ci sono due annualità del canone di Raffaele Marincola Politi fu Domenico, che ascendono complessivamente a L. 26960. Questi li fai esigere dall’Avv. Nino Frangipane e gli dici che il compenso se lo deve far dare da Marincola, perché a me non tocca di pagare niente. Grazie di quanto hai pagato a D. Michele per l’U. Missionaria. Metti tutto a conto e, se le elemosine di messe non arriveranno, ti pagherai con il censo Marincola Politi, che ti farai dare in nome mio dall'avvocato Frangipane.
Nella lettera non ero io che intendevo licenziarmi, ma è il peggioramento della salute, che mi fa stare in sospeso. D'altra parte con la malattia di cuore, per cui tutto mi fa soffrire, potrei io stare a cozzare con Vitale? Significherebbe mettermi nella necessità di liquidarmi più presto. Fiducia grande nella Provvidenza e tante benedizioni a tutti.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
P.S. Se è necessario, per rilevare le annualità dei censi, rivolgiti a nome mio al Teol. Durante, al quale darai i miei certificati di rendita, per esigerli per favore. Ho ricevuto i medicinali e ho notato la messa per Monpellieri Giuseppe. La Lucà mi ha mandato 12 messe, che sto celebrando e già me le ha pagate. Se ce ne sono altre di altre persone, mi necessitano.

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55. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 19 luglio 1951
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto il pacco col medicinale e i limoni e ti ringrazio cordialmente di tutto. Mi dispiace della spesa che hai dovuto sostenere per i limoni e vorrei che tu me li mettessi a conto. Ora sospendi di mandarne, almeno per un po' di tempo, anche per non infastidire quelli dell'automobile. Anche questi ultimi limoni sono buoni.
Sono sicuro che da parte vostra non mancherete di assistermi convenientemente. Ho voluto prevenirvi riguardo a quello che posso fare, affinché poi non rimaniate delusi. Certo che non mi risparmierò in quello che potrò. Per le messe mie del Capitolo, hai detto a Durante che se le pigli lui? L'atto notarile sarebbe bene che si facesse prima di andare nel nuovo fabbricato, che spero vi consegneranno presto. Resto inteso per quanto riguarda i milioni e sono più che mai confuso che il Signore viene in nostro aiuto così straordinariamente. Lo dici anche a Vitale e gli domandi se il milione, concesso per l'arredamento, possiamo adibirlo provvisoriamente per pagare i debiti. Non ti preoccupare della tua mancanza di cultura, perché supplirà il Signore stesso. Le umiliazioni, se tu le accetti, mostrandoti indegna di una cultura maggiore, saranno di giovamento a te e alla Casa. Del resto io spero che si potrà provvedere anche alla vostra cultura. A Suor Agnese rispondi che non fa per noi, perché è troppo attaccata alla famiglia e a sé stessa. Le altre si possono ricevere. Io continuo a soffrire ora anche spiritualmente con le tentazioni e gli scrupoli, ma mi abbandono nelle mani di Gesù, di Maria e di Giuseppe. Preghiamo e benediciamo il Signore! Tante benedizioni!
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
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56. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 26 luglio 1951
Preg.ma Serafina,
ho ricevuto stamattina i medicinali (e i limoni, che ti ripeto di non mandare più). Ti ringrazio di tutto. Resta inteso di quanto ha detto Durante. Vi ringrazio delle vostre buone intenzioni di risparmiarmi lavoro. Le confessioni però non potrei ascoltarle (riguardo alla comunità) neppure se fossi sano, perché è proibito dal Diritto Canonico.
Acconsento che del milione di Ceravolo vi serviate per l'arredamento, come mi hai scritto. Speriamo che la chiave della nuova Casa ve la consegneranno presto definitivamente, perché non vedo bene il fatto delle due chiavi. Per la febbre non mi occorre visita speciale, perché sono sicurissimo che è febbre reumatica e anche perché il Piridacil dei reni non l'ho ancora abbandonato. La febbre dei reni era leggera, mentre questa è forte. Ora sto senza febbre. Resto pure inteso che per l'apertura dell’Istituto se ne parli verso i primi di settembre. Non approvo per nulla che tu abbia a lavare personalmente i pavimenti. Per simili lavori ci vogliono persone adatte, per cui, anche venendo la De Leo, bisogna che si faccia un po' per volta e con altri aiuti. Puoi fare anticipare la venuta.
A Vitale dici che sono d'accordo che, se noi vivessimo sempre, le cose potrebbero restare come sono, ma purtroppo la morte deve venire anche per noi e perciò è necessario che diamo all'Istituto una qualche base di stabilità legale, che credo possa essere quella indicata dal Notaio, secondo la formula ultima. Copiala, perciò, e fagliela leggere. Appena avrai la risposta dalla Spasari me la farai sapere, perché i miei nipoti desiderano sapere se c'è qualche speranza in ordine a ciò che scrissi. Con lo spirito, grazie a Dio, sono tranquillo ora.
Per i documenti delle aspiranti, per ora, ti puoi contentare della fede di battesimo, di cresima, di buona condotta morale e di vocazione. In appresso stabiliremo meglio.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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57. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 27 agosto 1951
Preg.ma Serafina,
ti accludo una ricetta per Nicola. Nel retro della ricetta ho aggiunto Auxicord- flac.3. Desidero averla restituita nella speranza che gli gioverà per i suoi straordinari dolori di testa che in questi giorni ha avuto più frequenti. Mi bisognerebbero altre applicazioni di Messe, perché mi trovo molto indietro col mio conto. Con l’infiammazione dell’iniezione ancora sto combattendo. Dopo tante penicilline e tanti impacchi continua a dolere, ma non è venuta a suppurazione. I decimi continuano, ma la Messa l'ho detta tutti giorni. Tante benedizioni a tutti.                                                                  Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
P.S. Giacché tu non mi hai più dato incarico di Messe per i tuoi genitori, ne ho celebrato una ciascuno, di mia iniziativa, per gratitudine. Sac. Francesco Caruso. La lettera, che portò Agostino per Apa, gli è stata fatta recapitare? Tante benedizioni. Sac.F.G.

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58. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 19 agosto 1951
Preg.ma Serafina,
La presente ti arriverà tassata perché non ho potuto avere il francobollo da lire 5,00 e d'altra parte mi premeva di farti presente il dubbio che nell'ultima bozza non ci sia quella parte che riguarda i casi di morte. Ricordati che, se non c'è, bisogna aggiungere: “In caso di morte di uno od una dei consiglieri, quelli che rimangono devono eleggere un terziario od una terziaria in sua vece con tutti i diritti competenti”. Ieri, poi, la temperatura è salita a 36 e mezzo. Oggi, alle cinque, quasi lo stesso. Tante benedizioni.
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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59. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 19 agosto 1951
Preg.ma Serafina,
mi è tornato il bruciore alla vescica che non mi fa prendere riposo la notte. Non volevo spendere quest'altra rilevante somma, perché vedo che fa impressione anche agli altri, ma il Signore vuole così e sia fatta ed adorata la sua amabilissima volontà! Le forze naturali però non bastano. E’ necessario che i SS. Cuori di Gesù e di Maria mi prendano sotto la loro protezione e tu prega in modo speciale, perché mi sento venir meno. Ti accludo la ricetta da spedire; mandami al più presto la medicina e la ricetta, perché mi serve. Tante benedizioni!
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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60. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 22 agosto 1951
Preg.ma Serafina,
considero il trambusto, in cui ti trovi attualmente, e prego spesso che il Signore venga in tuo aiuto. Ho ricominciato a prendere il Piridacil e spero che la febbre mi passerà. All'avvocato Frangipane dici che ha ragione lui, perché il 49 è stato pagato e Marincola deve pagare solamente il 50 e 51. Lo ringrazio d'avermelo ricordato. Grazie a te per la lettera portata ad Apa e del giornale mandato ad Agostino. Di suor Agnese non ti preoccupare. È meglio che non venga, anzi non bisogna accettarla. Alla De Leo ho scritto insieme a quell'altra, domandando perché non è venuta e ho detto che ti rispondesse. Ho detto pure che, se non viene ora, è inutile insistere dopo.
Sulla bozza non devi cambiare niente, perché la sostanza è la stessa. Ti scrissi, perché non mi ricordavo che c'era. L'atto notarile bisogna farlo al più presto, ora che il ferro è caldo e non ci sono difficoltà. Col tempo queste difficoltà potrebbero nascere. Il Signore ti assista in tutto! Io non posso fare altro che pregare. Tante benedizioni a tutti!
                                                       Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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61. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 27 agosto 1951
Preg.ma Serafina,
il Signore è tanto buono che, mentre per nostro bene ci tribola da una parte, dall'altra ci aiuta e ci assiste. L'una e l'altra cosa debbono confermarci nella fiducia in Lui. Se avessi saputo prima questo sussidio e questo compiacimento del S. Padre, l'avrei fatto conoscere a Monsignor Fares, cui ho scritto ieri in seguito alla negativa di Monsignor Fiorentini. Non occorre dirti che il mio accenno a Monsignor Fares non era per nulla un essermi rivolto a lui. Fu egli stesso che mi domandò per primo, come scrissi nella lettera. In ogni modo noi dobbiamo essere disposti a tutto, lasciando alla Provvidenza di spianarci la via.
Dobbiamo pure essere grati a Signore per i $ 30 mandati per la Casa, e per i $ 15 mandati per le messe, delle quali ho già preso nota, ringraziando il Signore.
Rispondendo, dica che le messe vengono subito celebrate. Anche al Papa deve rispondere. Se il notaio Fiorentino non ritarda a ritornare, conviene aspettarlo. Per la benedizione della Casa, chiedete di delegare il parroco, che mi pare che è quello di Pontegrande. Ho pensato che, come infermiere, possiamo ricevere quel giovane, che era frate presso i Minori e che è di Gasperina. Egli è disposto a farsi nostro terziario interno. Possiamo provare, se tu non hai nulla in contrario. Tante benedizioni
                                                       Dev.mo in G. C.          Sac. Francesco Caruso
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62. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 31 agosto 1951
Preg.ma Serafina,
ti accludo la ricetta di Nicola per un altro scatolino del solito medicinale scritto nel mezzo dei righi in quadro.
Ho ricevuto il mio medicinale, che mi suole fare bene.
Il contegno delle consorelle è un'altra tentazione del demonio, che vorrebbe mandare a monte tutto all'ultimo momento. Non ti scoraggiare, tira avanti come puoi anche con loro e verrà il tempo della calma e dell'aiuto. Lo stesso ti dico per la canna fumaria e cerca di farla aggiustare.
Mi meraviglia come l'avvocato chiede a me il prezzo del grano, mentre si trova in città. Che cosa posso dirgli io che mi trovo in un paese privo di notizie? Credevo che già l'avesse esatto. E poi si ricordi che il 49 me l’ha escluso lui stesso. Per l'altare parla con Vitale, perché egli mi diceva che si può segare dai lati. In ogni modo non ti preoccupare, si faccia come si può. Soltanto badate che non si rompa la pietra sacra, perché non servirebbe più. Anche per il parroco ci vuole il permesso di Monsignore. Per quanto riguarda la De Leo e suor Agnese non ci pensare più senza rispondere. Perché tu prenda coraggio, ti dico che non sei sola a soffrire. Se altro non soffrissi, basterebbero queste della vescica, di giorno e di notte. Tante benedizioni a tutti. Le consorelle pigliale con le buone, altrimenti succede peggio. Noi abbiamo bisogno di tutti ed è poco quello che soffriamo, se pensiamo a quello che hanno sofferto i santi. A San Benedetto i suoi stessi primi compagni avevano messo il veleno nelle vivande per farlo morire e ci volle un miracolo perché non morisse.
                                                       Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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63. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 3 settembre 1951
Care figliole,
c'era una volta una nave che stava per affondare, e tutti i marinari si erano data la parola che bisognava prima vedere come si mettevano le cose e poi darsi da fare per salvare la nave. Alcuni, però, più riflessivi, dissero: ma che aspettiamo? Vogliamo prima vedere la nave in frantumi e poi agire? Sarebbe una vergogna per noi che possiamo impedire o almeno attenuare il danno della nave starcene ad aspettare e così si misero a lavorare e tirarono anche gli altri al lavoro e salvarono la nave. Questo esempio fa per voi che  dimostrate poca fiducia nella provvidenza, volendo aspettare per vedere come vanno le cose della Casa dei SS Cuori. Senza pensare che siete proprio voi che dovete darvi da fare per farla riuscire bene. Il Signore ha chiamato proprio voi a farla funzionare bene, non per stare a vedere come si mettono le cose. Statevi attente che voi siete responsabili dinanzi alla divina provvidenza, se la lasciate andare a male. Non vedete quanti segni ci ha dato il Signore della sua assistenza? Cinque milioni circa, che si sono spesi finora, non sono un segno palpabile della sua assistenza? E il buon volere di tutte le persone che ci hanno aiutato, a cominciare dall’On. Larussa, che ci ha dato il suolo, a finire al Papa che ci ha mandato L. 100.000 con la lode la benedizione per l'opera, non vi dicono niente? Voi state facendo come gli ebrei che dopo tanti miracoli, operati da G. Cristo alla loro presenza, chiedevano ancora un segno della sua missione divina. Stiamoci attenti che il Signori ci dà i lumi, ma se non li riconosciamo, ci acceca del tutto. Adunque grande fiducia nella divina provvidenza e umiltà, perché agli umili il Signore da la grazia, ai superbi invece resiste. È una tentazione quella nella quale vi trovate. Scacciate il demonio e mettetevi d'accordo a lavorare in buona armonia come prima. Pensate che io scrivo carico di malanni: arteriosclerosi, malattia ai reni, ritenzione all'urina, dolori, malattia di cuore, irregolarità di funzione all'intestino ed una nuova minaccia di suppurazione dell'ultima iniezione; eppure non mi metto da parte, ma sempre che devo scrivere scrivo, soffrendo. Avrei piacere che mi scriveste qualche cosa, per assicurarmi che d'ora in avanti metterete da parte ogni cosa e lavorerete nel campo che il Signore vi ha assegnato. Tante benedizioni
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
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64. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 3 settembre 1951
Preg.ma Serafina,
il medicinale mi ha fatto bene e spero che, finendo tutte le iniezioni, mi troverò senza il solito bruciore. Il Signore, però, per sua bontà vuole che io ripari per quanto mi è possibile in questo mondo ai miei peccati e la stessa iniezione, che mi ha apportato vantaggio, minaccia di suppurare, perché mi duole. Domani, se sarà il caso, farò i soliti impacchi.
Quanto alle consorelle, convengo che fanno male, ma vi ripeto che è tentazione del demonio per scoraggiarti e noi non dobbiamo darla vinta al demonio. Mi dici che ti sembra un tradimento, ma io ti ricordo che Nostro Signore, anche a Giuda che l'aveva tradito, offerse il perdono e fu solo per colpa sua se si dannò. Lo vedo che ti hanno esasperata, ma ricordati che è permissione di Dio, affinché tu abbia più completa la tua corona.
Resto inteso di quanto riguarda la mia roba. Ti scrivo la domanda che fai ricopiare a macchina. Veramente faccio uno sforzo, perché non mi fido.
Tante benedizioni.
                                                                           Dev.mo in G. C.
                                                                            Sac. Francesco Caruso
P.S. Farai leggere il qui accluso biglietto a Lauretta e ad Annina, senza i tuoi soliti tentennamenti.

Nel retro della suddetta lettera c'è la bozza di una lettera rivolta a Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Giovanni Fiorentini, Arcivescovo di Catanzaro:

Ecc.za Rev.ma, non volendo abitare la nuova Casa senza che ci sia la benedizione del Signore, La preghiamo di delegare il parroco del luogo a volerla benedire. Con infiniti ringraziamenti le baciamo il S. Anello.
Per i componenti la Casa: Sac. Francesco Caruso, direttore spirituale

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65. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 17 settembre 1951
Preg.ma Serafina,
mi hai scritto che Vitale desidera una lettera da me per determinargli i suoi uffici nella nuova Casa. Mi deve perdonare se rispondo che non credo opportuno di scriverla, sia perché, quando gli ho scritto altre volte, non ha tenuto conto delle mie lettere, sia perché la determinazione degli uffici riguarda il governo interno della Casa, del quale potremo parlare a voce, quando sarò costì, se piacerà al Signore. Intanto raccomando a tutti di fare al più presto l'atto notarile, perché, venendo costì, voglio trovare tutto sistemato. Per evitare il fatto della mia firma, togliete dalla bozza ogni accenno che mi riguarda, perché non è necessario che si sappia chi ha composto la Regola e perciò basta che figuriate voi quattro. Tante benedizioni a tutti.               Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso

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66. lettera
I.M.I.D.
Gasperina, 27 settembre 1951
Preg.ma Serafina,
lascia come si trova la bozza del sindaco, altrimenti la finiremo il giorno del giudizio.
Ho riflettuto che, per riformare le costituzioni, ci vuole il permesso dell'ordinario e quindi ci vuole anche per l’atto notarile; il che chiederò io stesso, senza far sapere nulla a Vitale, ma non se ne può fare a meno. Tu la bozza dell'atto notarile falla leggere lo stesso a Vitale, dicendogli che, per ora non si può fare, dovendo io essere presente per la firma. Intanto entrate nella nuova Casa e fammi sapere quando debbo venire. Ma ritirate tutti gli oggetti miei dalle suore di Pontepiccolo, compresi anche i libri. Sulla scrivania lasciai due penne stilografiche, (se le hanno conservate). Tante benedizioni!
                                                                Dev.mo in G. C.
                                                                Sac. Francesco Caruso
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67. lettera
Senza data
Preg.ma Serafina,
le lire 150, che avevo disposte per la stoffa, puoi dire alla signorina Giordano che le può dare per pagare il sarto Galera riguardo a Rizzo.
Il Segretario mi ha restituito il denaro delle messe conventuali perché non ci sono colleghi disponibili a celebrarle. Prega il Sottocantore Mandarino che mi faccia il favore di continuare a celebrarle, perché io sono disposto a pagare l'elemosina, che avrebbe celebrando per altri, anche se notevole, purché il coro non resti senza Messa per colpa mia. Il denaro glielo puoi anticipare; scrivimi quanto debbo mandarti.
Tante benedizioni insieme alla Giordano e a Caterina                    Sac. F. Caruso


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