Congregatio de causis sanctorum
catacensis-squillacensis
Beatificationis et Canonizationis
Servi Dei
francisci caruso
sacerdotis dioecesani
(1879-1951)
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DECRETUM SUPER VIRTUTiBUS
«Vi darò pastori secondo il mio cuore i quali vi guideranno con scienza e intelligenza» (Ger 3, 15).
Con queste parole del profeta Geremia Dio ha promesso al suo popolo di non lasciarlo mai privo di pastori che lo radunino e lo guidino.
La promessa di Dio ha avuto il suo compimento definitivo in Gesù Cristo “Buon Pastore”. Il Servo di Dio Padre Francesco Caruso fu sacerdote secondo il cuore di Cristo, totalmente donato al suo ministero. Gesù fu il suo ispiratore e la sua guida: a Lui si conformò avendo la consapevolezza che “quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2 Cor 5,15).
Il sacerdozio, come lo ha vissuto Padre Francesco Caruso, “è l’amore del cuore di Gesù” (espressione del Santo Curato d’Ars in Catechismo della Chiesa Cattolica, 1589). Questo amore il Servo di Dio lo manifestò nell’adesione a Cristo con tutto sé stesso, nello stile di vita sobrio, fortificato dalla penitenza e dall’ascesi, nel servizio nascosto e umile, nel pensiero, nei sentimenti, nei gesti, nel ministero della riconciliazione e della predicazione e nella proposta a tanti giovani di rispondere con slancio alla chiamata di Dio. Tutta la sua giornata ruotava attorno alla celebrazione della santa Messa.
La fedeltà alla vocazione che sentiva irrompere nella sua vita, ha portato il Servo di Dio ad un’infaticabile carità che voleva comprendere, raggiungere e portare tutti gli uomini ad accogliere Cristo, Salvatore e Redentore.
“Solo Dio e le anime”, scrisse sulla prima pagina del suo Libretto dello Spirito. Queste parole lo sospinsero, sostenuto dall’Eucaristia “vita della sua vita” e dalla devozione alla Madonna, ad amare Dio e il prossimo senza limiti e a donare tutto sé stesso.
Francesco Antonio Nicola Caruso nacque a Gasperina, antico paese della diocesi di Catanzaro-Squillace, il 7 dicembre 1879. Ebbe un’educazione religiosa solida e profonda in una famiglia che aveva accolto come dono di Dio ben quindici figli. Visse un’infanzia e una giovinezza all’ombra della Chiesa. Nutrì fin da giovinetto il desiderio di diventare sacerdote, ma le difficoltà economiche della famiglia non ne permisero l’immediata realizzazione. Dopo l’istruzione elementare lavorò nei campi. A 18 anni si arruolò, volontario, per il servizio militare.
All’età di venti anni, nel 1900, domandò di essere accolto nel Seminario di Squillace, ma i Superiori non lo accettarono. Il giovane non si scoraggiò e si rivolse al Seminario di Catanzaro. Mons. Bernardo De Riso accolse il giovane Caruso e lo affidò alle cure del Rettore don Gioacchino Pace.
Il giovane s’impegnò profondamente, curando la formazione dello spirito e della mente: puntò sulla Grazia e sul desiderio di corrispondervi. In soli otto anni passò dalle elementari al sacerdozio, che ricevette il 18 aprile 1908 nella Cattedrale di Catanzaro dal nuovo Vescovo della diocesi, Mons. Pietro Di Maria. L’anno successivo don Francesco Caruso ebbe la possibilità di effondere sulle anime la ricchezza spirituale del suo sacerdozio. Il 14 aprile 1909 fu nominato Parroco di Sellia Superiore. L’impegno di evangelizzazione caratterizzò la cura paterna di quella popolazione rurale. Nell’ottobre del 1912, il Vescovo lo chiamò all’ufficio di Rettore del Seminario Vescovile di Catanzaro, incarico che esercitò fino al 1919. S’impegnò con tutte le sue energie alla formazione dei seminaristi: come guida del Seminario, condivise con i giovani aspiranti al sacerdozio ogni momento della giornata, puntò sulle scuole interne e su un’intensa formazione interiore. Il 14 dicembre 1919 il nuovo Vescovo di Catanzaro, Mons. Giovanni Fiorentini, uomo di bontà e di pace, nominò don Francesco Caruso Padre Spirituale del Seminario. Sarà questa la missione principale di tutta la sua vita, per la quale immolò tutto sé stesso. Da ora in avanti schiere innumerevoli di sacerdoti devono a lui lo spessore e la fecondità del loro sacerdozio.
Un lavoro intenso svolto nel silenzio, nella preghiera e nell’offerta della vita, che porterà tanta ricchezza di grazia e di doni alla Chiesa delle diocesi calabresi, particolarmente di Catanzaro e Squillace. Dal 1916 al 1923 Padre Francesco Caruso curò pastoralmente anche la piccola parrocchia della Stella, nei pressi del Seminario.
L’11 giugno 1923 venne nominato Canonico Penitenziere della Cattedrale di Catanzaro con Bolla Pontificia di Pio XI. Lasciato il lavoro parrocchiale, esercitò il ministero di confessore della città per tutta la vita. La sua guida illuminata si estese anche agli alunni del nuovo Seminario Regionale, voluto dal Papa S. Pio X, di cui porta il nome. La vocazione, la missione, la personalità di Padre Francesco Caruso sono definitivamente fissate. Il confessionale diventerà l’altare del sacrificio della sua vita. Tutti i giorni, mattina e sera, il Padre attese i penitenti, pregò e amministrò il perdono di Dio. Accanto a questo lavoro di confessore nella Cattedrale di Catanzaro e di guida spirituale dei seminaristi, Padre Francesco Caruso operò tanto anche per l’evangelizzazione mediante la predicazione nelle parrocchie e nei ritiri spirituali e per la formazione del laicato cattolico con la fondazione del Terz’Ordine Domenicano a Catanzaro e a Gasperina, cui aderirono centinaia di anime elette, 18 delle quali (solo a Gasperina) si consacrarono al Signore. Le energie di bene di queste persone il Padre le indirizzò verso finalità sociali-religiose a vantaggio dei minori abbandonati e delle vittime della guerra, i cui devastanti effetti si sentirono specialmente dopo il terribile bombardamento del 27 agosto 1943 su Catanzaro, che distrusse pure la Cattedrale, il Seminario e l’Episcopio. Il 29 dicembre 1944 aprì una casa di accoglienza in via Bellavista di Catanzaro con quindici ospiti. Quest’opera iniziale, insufficiente, diede il via alla costruzione della nuova Casa dei Sacri Cuori, anche se il Padre non ebbe la gioia di vedere l’opera completata. Dopo i bombardamenti, Padre Caruso per cinque anni fu ospite e direttore spirituale delle Suore del Buon Pastore, fino al settembre 1949, quando per ragioni di salute ritornò a Gasperina e fu ospite a casa del fratello.
Morì la mattina del 18 ottobre 1951, da tutti riconosciuto come un santo per la sua pietà, la sua rettitudine, la sua prudenza e la sua bontà. I suoi resti mortali riposano nella Chiesa parrocchiale di Gasperina.
Perdurando la fama di santità, il 13 settembre 1998 si celebrò solennemente nella parrocchia di Gasperina la prima sessione dell’Inchiesta Diocesana. La morte del Delegato Episcopale procurò un rallentamento della Causa. Il 7 ottobre 2011 fu nominato un nuovo Tribunale che avviò i lavori il 20 ottobre nella Cattedrale di Catanzaro. L’Inchiesta si concluse il 12 ottobre 2012. Il 15 novembre 2013 la Congregazione delle Cause dei Santi ha emesso il Decreto di Validità giuridica. Preparata la Positio, si è discusso secondo la consueta procedura se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 1 ottobre 2019 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 10 marzo 2020, presieduta da me Card. Angelo Becciu, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.
Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Francisci Caruso, sacerdotis dioecesani, in casu et ad effectum de quo agitur.
Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.
Datum Romae, die 5 mensis maii a. D. 2020
X Marcellus Bartolucci
Archiep. tit. Mevaniensis
a Secretis
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